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Decompressione chirurgica dell’orbita nella orbitopatia tiroidea

Oculistica Medical Information Dottnet | 21/12/2011 12:55

La decompressione orbitale è una procedura consolidata per la gestione dell’esoftalmo e la riabilitazione visiva da neuropatia ottica nei casi di orbitopatia tiroidea. Nella letteratura medica sono riportate numerose procedure per la rimozione della parete orbitale ossea, della zona orbitale grassa o una combinazione di queste per una serie di indicazioni in diverse fasi della malattia. Tuttavia, l'efficacia relativa e la sicurezza di queste procedure in relazione alle varie indicazioni non è ancora chiaro. Obiettivo dello studio condotto dal Dott. Boboridis è stato di revisionare i dati più recenti sull'efficacia della decompressione chirurgica dell’orbita su una deturpante proptosi causata da orbitopatia tiroidea e riassumere le informazioni sulle possibili complicazioni e sulla qualità della vita. Sono sate utilizzate come risorse per l’approfondimento e la ricerca motori come Cochrane Eyes and Vision Group Trials Register, The Cochrane Library 2011, Issue 10, MEDLINE (da gennaio 1950 a ottobre 2011), EMBASE (da gennaio 1980 a ottobre 2011), la metaRegister of Controlled Trials (mRCT) (www.controlled-trials.com) e ClinicalTrials.gov (https://clinicaltrials.gov).

Non c'erano limiti di data o la lingua nelle ricerche elettroniche per gli studi clinici. I database sono stati consultati per l’ultima volta il 6 ottobre 2011. Nella ricerca sono stati considerati testi di oculoplastica, atti dei convegni della Società Europea ed Americana di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva Oftalmologica Ricostruttiva (ESOPRS, ASOPRS), della Società Europea di Oftalmologia (SOE), dell'Associazione per la Ricerca in Oftalmologia e Vision (ARVO) e dell’Accademia Americana di Oftalmologia (AAO) per gli anni dal 2000 al 2009. Sono stati inoltre contattati ricercatori attivi in questo campo per informazioni su ulteriori studi editi o inediti. Sono stati inclusi studi randomizzati e controllati (RCT), che mettevano a confronto due o più metodi per la decompressione chirurgica dell’orbita con rimozione della parete ossea, della zona orbitale grassa o una combinazione di entrambi per la cura di una deturpante proptosi o che confrontavano tecniche chirurgiche con qualsiasi forma di decompressione medica. Nello specifico sono stati identificati due studi clinici randomizzati inclusi nella review. Vi era una variabilità significativa tra i due studi per gli interventi, la metodologia e le misure di outcome e quindi non è stata effettuata una meta analisi. Uno studio suggeriva che l’approccio transantrale e la tecnica endoscopica transnasale avevano effetti simili nel ridurre l’esoftalmo, ma che l’approccio endoscopico poteva essere più sicuro, correlato a minori complicazioni. Il secondo studio dimostra che la somministrazione di steroidi per via endovenosa può essere migliore della decompressione chirurgica primaria nel trattamento della neuropatia ottica compressiva, in quanto richiede meno procedure chirurgiche secondarie, benché sia correlata più frequentemente ad effetti avversi transienti.

Nelle conclusioni, l’autore riporta che un solo studio ha mostrato che l’approccio transantrale per la decompressione orbitale è correlata a più complicazioni rispetto alla tecnica endoscopica trans nasale, che di solito è preferita dal chirurgo ENT (Otorino Laringoiatria) come procedura aggiuntiva. La somministrazione di steroidi per via endovenosa è riportata solo in uno studio come il miglior trattamento per la orbitopatia tiroidea. La maggior parte dei lavori pubblicati sulla decompressione orbitale per la orbitopatia tiroidea consiste in studi retrospettivi, coorti o casi clinici. Benché questi permettono di avere informazioni utili e descrittive, è necessario un chiarimento che mostri l’efficacia relativa di ogni intervento per le varie indicazioni. I due RCTs revisionati non sono sufficientemente forti da dare credibilità alla decompressione chirurgica odierna e di raccomandarla nella pratica clinica. Studi non controllati mostrano invece che la rimozione della parete mediale e laterale (decompressione bilanciata) con o senza la rimozione della zona orbitale grassa può essere il metodo chirurgico migliore, correlato a poche complicazioni. Vi è una chiara necessità di studi clinici randomizzati che valutino le tecniche di decompressione a due pareti, tre pareti o della zona orbitale grassa. E’ altrettanto importante il paragone con le altre tecniche chirurgiche per la decompressione orbitale o con l’immunosoppressione nei casi di neuropatia ottica compressiva. Questi studi dovrebbero essere indirizzati innanzitutto alla riduzione dell’esoftalmo, alla gravità della patologia, al grado di complicazioni, alla qualità della vita ed ai costi d’intervento.

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