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Enpam: i conti sono a posto. I vertici della Cassa chiedono 43 milioni di danni all'advisor per aver diffuso notizie allarmistiche

Previdenza Silvio Campione | 01/06/2011 17:43

Dopo le notizie delle settimane scorse sui conti dell’Enpam, i vertici della Cassa dei medici hanno deciso di rendere pubblici i conti e di dare mandato agli avvocati di citare per danni l’advisor che ha diffuso “notizie infondate e allarmistiche”. Da Roma i dirigenti della Cassa ci tengono a fare sapere che “Sono 'in salute' i conti della fondazione Enpam e quindi le pensioni dei camici bianchi non corrono rischi". L'istituto chiude l'anno 2010 con un utile di 1,137 miliardi di euro e un patrimonio netto in crescita che si attesta sugli 11,443 miliardi di euro (nel 2009 era di 10,305). Come indicano dati della proposta di bilancio consuntivo deliberata dal Consiglio di amministrazione della cassa di previdenza dei camici bianchi italiani, un documento che verrà sottoposto all'approvazione del Consiglio nazionale dell'ente il prossimo 25 giugno.

 "Il Bilancio - spiega Alberto Oliveti, vicepresidente vicario dell'Enpam - è positivo. E le pensioni sono al sicuro, è più che positiva, infatti, la 'riserva tecnica': abbiamo accantonato oltre 27 volte l'ammontare delle pensioni pagate in un anno, rispettando i criteri della privatizzazione che prevedono un accantonamento pari a 5 volte l'esborso". Oliveti sottolinea che l'indicazione - introdotta con la finanziaria del 2007 - che porta a 30 anni, invece che a 15, l'obbligo di equilibrio di bilancio costringe ad "un lavoro duro". E l'esigenza di riformare la previdenza e gli investimenti è sentita. "Stiamo lavorando - spiega - a riformare il sistema previdenziale partendo da alcuni punti chiave: non toccare le pensioni; non applicare retroattivamente le nuove norme; dare spazio ai giovani chiedendo loro di pensare alla previdenza anche prima di avere contratti definitivi; non aumentare i contributi fino all'equilibrio dei fondi; niente obbligatorietà  dell'età pensionabile, ma un intervallo - da 60 a 70 anni - entro il quale decidere". Allo studio anche la riforma degli investimenti che dovranno sempre essere decisi in base alle esigenze del 'debito previdenziale'. Tornando alla proposta di bilancio, le entrate contributive (+5,36%) sono aumentate più di quanto siano cresciute le spese delle pensioni (4,26%). Il patrimonio garantisce una riserva tecnica di 27,4 annualità, calcolate in base alla norma che ha privatizzato l'ente, un parametro in costante crescita da quando l'ente è diventato fondazione.

Inoltre, la redditività delle attività finanziarie nel loro complesso e' stata del 4,38% (4,09% al netto). La Fondazione - "per una questione di trasparenza verso gli iscritti, pur non essendo obbligato per legge "- ha accantonato 400 milioni di euro in un "fondo di oscillazione di valori mobiliari", per far in modo che diminuzione di valore di alcuni titoli a rischio capitale o contrattuale fosse chiaramente visibile in bilancio. I conti infine - spiega l'Enpam - sarebbero ancora migliori se potessero essere portate a bilancio anche le cosiddette "plusvalenze non iscrivibili". Queste "segnalerebbero che la fondazione ha in realtà un portafoglio finanziario più ricco di 162 milioni di euro e possiede immobili che valgono 2 miliardi di euro in più di quanto risulta dal bilancio". Ma c’è un’altra novità: la Fondazione Enpam, l'ente di previdenza dei medici, chiede i danni alla società di consulenza SRI Capital Advisers per "violazione del contratto" - non avendo rispettato la clausola di riservatezza - e per aver leso l'onorabilità dell'Ente. Un risarcimento che la Fondazione quantifica, nell'atto di citazione presentato al tribunale civile di Roma, in 43.412.700 euro, determinato considerando 100 euro per ciascun iscritto (397.109 iscritti più 37.023 superstiti). In sede penale è stato dato mandato a un legale "per la tutela dei propri interessi e per eventuali azioni nei confronti di quei soggetti il cui comportamento possa aver causato diffamazione o calunnia nei confronti dell'ente".
La questione è legata al Rapporto sugli investimenti commissionato all'advisor SRI, che indicava una perdita potenziale di 1 miliardo di euro e che non sarebbe stato tenuto nella giusta riservatezza prima che l'Ente potesse valutarlo. I dati, infatti, sono alla base di un esposto di 5 Ordini provinciali e un componente del Cda, che hanno chiesto l'intervento della magistratura per fare chiarezza. Una situazione che ha creato forti preoccupazioni tra i medici. "Alla SRI - spiega Alberto Oliveti, vicepresidente vicario dell'Enpam - nel precedente mandato, abbiamo affidato una consulenza per fare una fotografia dell'investimento finanziario del passato". Il rapporto è stato poi consegnato a dicembre 2010, con dati che sin dall'inizio "non ci hanno convinto e sui quali abbiamo immediatamente avviato un confronto all'interno dell'Ente", spiega Oliveti. Secondo il rapporto, tra l'altro, "mancano 400 milioni nel 2007 'definitivamente accertati'. Talmente 'definitivamente accertati' che nel 2008 sono diventati 312 e nel 2009 sono 290. E adesso, nel primo quadrimestre 2011, ancora meno". Il rapporto, inoltre, indicava che la potenzialità della perdita non sarebbe stata di 400 ma di 800 milioni. "Ma non si tratta di una reale perdita, ma di rischio al 2018: ad oggi la perdita è zero". E quella potenziale "arriva a 290 milioni", aggiunge Oliveti. "Un'analisi superficiale - continua Oliveti - con una perdita di tale portata, di oltre un miliardo, che resa pubblica ha creato scompiglio nella categoria. Per questo la riteniamo pregiudiziale ad un rapporto corretto". Da qui la richiesta di risarcimento per i danni subiti "sia in considerazione degli inadempimenti contrattuali, sia delle valutazioni espresse in merito ai bilanci dell'ente dalla SRI". Valutazioni che "sono da considerarsi particolarmente lesive dell'onorabilità dell'Enpam - dice l'Ente - in quanto, a parte ogni considerazione di merito, sono state espresse nonostante non costituissero oggetto del contratto di consulenza stipulato fra le parti". Quanto al rilievo di non aver fornito le informazioni richieste sul rapporto - fatto dal consigliere e dei rappresentanti degli Ordini provinciali che hanno poi presentato l'esposto alla Procura della Repubblica, alla Corte dei Conti e alla Commissione parlamentare di vigilanza agli enti previdenziali - Oliveti spiega che "si stava lavorando per chiarire le osservazioni che non ci convincevano, con le nostre strutture interne, prima di poter relazionare. Poi tutto si è bloccato perché la Mangusta, advisor dell'Ente, ha chiamato SRI in tribunale perché ha considerato lesive le considerazioni del rapporto sul proprio operato. E intanto è arrivato l'esposto". Clicchi qui per essere informato.

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