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Le proteine della malattia di Creutzfeldt-Jakob si trasmetterebbero anche per via aerea

Infettivologia | 13/01/2011 20:02

Le proteine responsabili della malattia della mucca pazza, i prioni, si trasmettono anche per via aerea. La scoperta, che smentisce quanto si sapeva finora sui prioni, non ha ricadute a livello di salute pubblica ma impone maggiori cautele nei laboratori di ricerca o di diagnosi in cui i ricercatori fanno analisi sui prioni. Lo studio, coordinato dall'italiano Adriano Aguzzi, è pubblicato sulla rivista PLoS Pathogens. Il fenomeno è stato osservato nei topi, nei quali 'la trasmissione è così efficiente che molto probabilmente e' applicabile anche ad altre specie, compreso l'uomo', ha detto Aguzzi, dell'università di Zurigo, che ha condotto lo studio con l'Istituto tedesco di ricerca federale sulla salute animale (Fli) di Tubinga.

A 10 anni dalla segnalazione del primo caso di encefalopatia spongiforme bovina (Bse), il risultato mette per la prima volta in discussione quella che finora è stata una certezza, ossia che i prioni non possono essere trasmessi per via aerea. Finora era noto solo che i prioni possono essere trasmessi con strumenti chirurgici contaminati e, più raramente, con le trasfusioni di sangue. L'esperimento è stato condotto su topi dalle difese immunitarie impoverite, chiusi in una speciale camera nella quale sono stati esposti ad un aerosol che conteneva prioni capaci di indurre malattia. E' bastato un minuto di esposizione perché il 100% dei topi si ammalasse. Più i topi sono rimasti esposti all'aerosol, più rapidamente sono comparsi i sintomi delle malattie da prioni. 'Abbiamo visto che l'infezione avviene con un'efficacia molto più alta di quanto ci saremmo aspettati', ha detto Aguzzi.

Tuttavia, ha aggiunto, 'non bisogna pensare che avvenga per le malattie da prioni quello che succede per l'influenza o la varicella, con un paziente che tossisce e provoca l'aerosol'. Se fosse accaduto così all'epoca della mucca pazza 'avremmo assistito a un'epidemia'. Le conseguenze della scoperta riguardano invece i ricercatori che lavorano nei laboratori nei quali si manipolano liquidi che contengono prioni, come il sangue o il liquido cerebro-spinale, a scopo di ricerca o per fare diagnosi di qualsiasi forma di malattia causata dai prioni, dalla Bse alla sua forma umana, la variante della Creutzfeldt-Jakob, o la forma classica di questa malattia. D'ora in poi, secondo Aguzzi, in questi laboratori dovranno essere adottate ulteriori misure di protezione.

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