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Scoperti virus in pazienti con miastenia gravis. Studio italiano

Ortopedia | 12/07/2010 15:54

Si nascondevano nel timo, un piccolo organo dietro lo sterno. Un gruppo di ricercatori italiani li ha stanati: ci sono tracce di virus nei pazienti malati di Miastenia gravis (Mg) e potrebbero essere proprio loro a contribuire all'origine o al peggioramento della malattia che indebolisce i muscoli. La scoperta è di un gruppo di ricerca dell'istituto neurologico Carlo Besta di Milano, coordinato da Pia Bernasconi, dell'unità operativa Neurologia IV. Gli scienziati hanno appena pubblicato, sulle riviste Neurology e Annals of Neurology, i risultati di due studi, condotti in parallelo, in cui si dimostra per la prima volta la presenza di agentiinfettivi nel timo di pazienti affetti da Miastenia gravis (Mg). I risvolti? Aggiungendo un importante tassello alla conoscenza delle basi 'patogenetiche' della malattia, i risultati delle due ricerche possono contribuire all'individuazione di nuove strategie di cura e, soprattutto, di prevenzione

L'ipotesi che ci sia un virus dietro la comparsa o la progressione della Miastenia gravis rafforza la logica dei trattamenti clinici oggi utilizzati, come l'uso di farmaci anti-infiammatori e la rimozione chirurgica del timo (come sito di infezione e autoreattività). Ma apre anche a nuove prospettive terapeutiche "nelle quali il virus, da una parte, e le proteine coinvolte nella risposta antivirale, dall'altra, costituiscono nuovi e più mirati bersagli farmacologici", spiegano in una nota gli autori degli studi. Gli eventi immunologici che scatenano la Miastenia gravis - malattia neurologica di tipo autoimmune che si manifesta con sintomi come visione doppia, perdita della forza degli arti, difficoltà ad articolare le parole, a deglutire e respirare - sono ancora sconosciuti. Gli scienziati sono convinti che concorrano più fattori, sia genetici che ambientali. Tra i secondi, i virus costituiscono i principali sospettati, anche se il loro ruolo nello sviluppo della malattia non è mai stato direttamente provato. Quello che è certo è che circa l'80% dei pazienti mostra anomalie nel timo e la rimozione dell'organo è in grado di migliorarne il decorso clinico in moltissimi casi. Nel primo studio, pubblicato sulla rivista Neurology, gli scienziati hanno osservato nei pazienti un'infezione 'intra-timica' da polio virus, enterovirus noto per essere responsabile della poliomielite. La scoperta affonda le sue origini in un precedente lavoro del gruppo di Bernasconi che aveva osservato un'aumentata espressione dei principali sensori di patogeni e mediatori di meccanismi di difesa immediati contro le infezioni. Una condizione che faceva ipotizzare la presenza di agenti virali nel timo dei malati. L'analisi di frammenti di tessuto timico di 27 pazienti, sottoposti a timectomia, lo ha confermato: i ricercatori hanno trovato diversi microrganismi, tra cui il citomegalovirus, il virus varicella-zoster, l'herpes simplex virus di tipo 1 e 2, il virus respiratorio sinciziale e gli enterovirus, e hanno identificato nel 14,8% dei timi esaminati la presenza del genoma del poliovirus e l'espressione della proteina del capside virale VP1 in cellule diffuse all'interno del tessuto, evidenziando un'infezione persistente o cronica.

Da qui l'ipotesi secondo cui una persistente attivazione dei cosiddetti 'TLRs' in risposta alle infezioni possa generare una reazione infiammatoria cronica che, alterando i normali processi immunologici del timo, rende l'organo suscettibile allo sviluppo dell'autoreattività. Il secondo studio, condotto in collaborazione con il gruppo di ricerca di Francesca Aloisi del Dipartimento di biologia cellulare e neuroscienze dell'Istituto superiore di sanità (Iss) e appena pubblicato dalla rivista Annals of Neurology, evidenzia una relazione tra il virus di Epstein-Barr-Ebv e la Miastenia gravis. L'Ebv, membro della famiglia degli herpesvirus, responsabile della mononucleosi, infetta la maggior parte della popolazione mondiale e persiste in forma latente nei linfociti B del sangue periferico. Numerosi studi lo hanno associato all'insorgenza di patologie autoimmuni, come la sclerosi multipla o l'artrite reumatoide. Alla lista da oggi può essere aggiunta anche la miastenia grave. Dall'analisi di 17 timi di malati è emerso per la prima volta un anomalo accumulo di linfociti B positivi alle proteine del virus. Condizione che invece non si riscontra nel timo di soggetti sani analizzati come controllo. La peculiarità di questo virus in grado di infettare i linfociti B stimolandone la proliferazione e la maturazione in cellule capaci di produrre anticorpi, fa ipotizzare che l'infezione del timo possa essere fra i responsabili dell'innesco e del perpetuarsi della reazione autoimmune nella Miastenia gravis. 

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