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Da Harvard nuova tecnica salva-vista se trapianto cornea non basta

Oculistica | 13/04/2010 16:30

Arriva dall'università di Harvard una tecnica 'salva-vista' contro l'opacità della cornea, un'alternativa efficace quando il trapianto di cornea non basta. L'intervento - la cheratoprotesi 'secondo Boston' - prevede l'impianto nell'occhio del paziente, attraverso una lente, di una protesi in materiale sintetico e titanio. "L'operazione dura un'ora in day hospital e si torna subito a casa. Nei pazienti selezionati si riacquista una buona visione", spiega Aldo Fronterrè, chirurgo oculista di Pavia e pioniere della tecnica in Italia. In alcuni casi il trapianto tradizionale - si legge in una nota - è destinato a un sicuro fallimento, se l'occhio è stato danneggiato da un'ustione o da una causticazione oppure se il paziente è stato sottoposto a ripetuti trapianti da donatore che non hanno avuto successo. Così la Harvard Medical School ha messo a punto una cornea artificiale, che permette di sostituire quella opaca con una particolare protesi trasparente in materiale sintetico.

La sua peculiarità è di non andare incontro ad opacamento, risolvendo così i vari gradi di cecità del paziente. Oltre duemila persone fino ad oggi nel mondo hanno avuto risultati positivi dall'intervento.
"Negli ultimi decenni il trapianto di cornea - sottolinea Fronterrè - è diventato un intervento con una elevata percentuale di successo grazie ai progressi delle tecniche chirurgiche e delle terapie post operatorie. Restano comunque casi in cui un trapianto tradizionale non basta". L'unica terapia della cecità di origine corneale, infatti, è la sostituzione della cornea opaca con una trasparente, prelevata da un donatore deceduto. Ma bisogna ricorrere ad altre soluzioni nei casi di malattie congenite (opacità corneali pediatriche), aniridia, cheratite erpetica, esiti cicatriziali.
Fonte: Adnkronos
 

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