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Quando la schiena fa “crak”

Ortopedia | 12/04/2010 16:30

Presso l’Istituto Ortopedico del Mezzogiorno d’Italia di Messina, il reparto di Ortopedia diretto dal dottor Giancarlo Gemelli, centro d’eccellenza per la Sicilia, ha trattato negli ultimi 5 anni oltre 700 casi di fratture vertebrali con un’innovativa tecnica chirurgica mininvasiva, riportando eccellenti risultati. Ogni anno in Italia si verificano oltre 100.000 fratture vertebrali causate da osteoporosi. Le più colpite sono le donne in età post-menopausale. Il progressivo invecchiamento della popolazione, specie nei Paesi più sviluppati, unito alle aumentate esigenze funzionali fanno sì che le problematiche mediche legate alle patologie discali abbiano subito un vertiginoso incremento in termini numerici e non solo. L’osteoporosi si manifesta con un andamento cronico e con una elevata predisposizione alle fratture in quanto l'osso diminuisce di consistenza, diventa poroso e quindi fragile. All'inizio si possono verificare piccoli schiacciamenti vertebrali che generalmente possono provocare dolore più specificatamente nel tratto dorsale e lombare della colonna vertebrale. Queste modificazioni portano ad una diminuzione della statura e ad una alterazione della curvatura della colonna vertebrale, in uno stadio più avanzato c'è il rischio di riportare gravi fratture. “Nei sempre più frequenti casi di improvviso e acuto dolore al rachide, i pazienti devono essere sottoposti immediatamente ad esame radiografico poiché è forte il sospetto di un crollo vertebrale – ha dichiarato il Dottor Giancarlo Gemelli, Primario del Reparto di Ortopedia e Traumatologia dell’Istituto Ortopedico del Mezzogiorno d’Italia di Messina - Il crollo è la classica manifestazione anatomo-patologica della demineralizzazione ossea e si estrinseca con un cedimento strutturale in altezza di uno o più corpi vertebrali. Oggi – continua il dottor Gemelli - è possibile trattare tali sempre più frequenti patologie mediante moderne tecniche chirurgiche minivasive come la cifoplastica con palloncino che consiste nell’introduzione attraverso il peduncolo vertebrale di un cemento acrilico a presa rapida, previa espansione del soma vertebrale mediante apposito palloncino.

Questa tecnica è stata ideata per ridurre prima e stabilizzare poi la frattura in modo controllato, correggere le deformità della colonna vertebrale, prevenire l’insorgere di nuove fratture, alleviare il dolore in modo rapido e prolungato e migliorare la qualità della vita del paziente”. Presso l’Istituto Ortopedico del Mezzogiorno d’Italia di Messina, l’equipe chirurgica ortopedica diretta dal Dottor Giancarlo Gemelli, assistito dai Dottori Giuseppe Randazzo e Luigi Soliera, da circa 5 anni esegue innumerevoli trattamenti mininvasivi di cifo- e vertebroplastica, su una casistica che comprende ormai oltre 700 pazienti affetti da crolli singoli o multipli del tratto dorsale e lombare della colonna vertebrale. Questi numeri (solo nell’ultimo anno sono stati eseguiti 170 interventi) esprimono fondatamente la bontà dei risultati ottenuti e consistenti principalmente nella risoluzione della sintomatologia dolorosa, anche in quei casi, non proprio sporadici, di crolli di più corpi vertebrali.

Risultati eccellenti sono stati ottenuti altresì su pazienti affetti da angiomi del corpo vertebrale, lesioni benigne spesso totalmente asintomatiche, che insorgono anche in giovane età. “La caratteristica che rende unica la cifoplastica rispetto ad altri interventi chirurgici – spiega il dottor Gemelli - è l’uso di un “palloncino” che, oltre a stabilizzare la frattura, ripristina l’altezza del corpo vertebrale e corregge la deformità angolare. Si tratta di un rimedio rapido e mininvasivo che può evitare ai pazienti lunghi periodi di immobilità forzata a letto, l'uso del busto o una massiccia assunzione di farmaci per lenire l'intenso dolore alla schiena”. La cifoplastica con palloncino è un intervento della durata di circa mezz'ora che viene eseguito in anestesia locale o generale, a seconda del paziente.
Il palloncino viene inserito per via percutanea, e una volta gonfiato, risolleva la vertebra fratturata posizionandola il più vicino possibile all'altezza originale. A questo punto, si procede con l'inserimento di un cemento osseo, biologico, totalmente riassorbibile. Dopo l'intervento, il paziente rimane in osservazione per qualche ora, mentre i suoi sintomi dolorosi scompaiono nell'immediato. I vantaggi correlati a questa tecnica chirurgica sono numerosi: dalla rapidità con cui viene restituita la mobilità al paziente, ai notevoli risparmi economico-sociali rispetto alle cure tradizionali. Vengono infatti evitati i costi di ospedalizzazione, riabilitazione e cura farmacologica del dolore. Finora, in tutto il mondo, sono state trattate con la tecnica della cifoplastica con palloncino più di 600.000 fratture su oltre 450.000 pazienti. Secondo un recente Studio pubblicato nel febbraio 2009 su The Lancet che ha coinvolto 300 pazienti di 21 centri clinici di otto Paesi, i pazienti sottoposti alla cifoplastica con palloncino, a un mese dall’intervento, hanno manifestato, rispetto a coloro che hanno ricevuto solo trattamenti conservativi, un miglioramento più marcato con un recupero più rapido della funzionalità e della mobilità e una maggiore riduzione del dolore. Benefici che si sono mantenuti costanti sull’arco di 12 mesi. La frequenza di effetti avversi non ha presentato differenze fra i gruppi. Come confermato dalle radiografie effettuate a un anno di distanza, la cifoplastica con palloncino non ha comportato un aumento significativo di nuove fratture vertebrali rispetto al gruppo di controllo

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