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considerazioni sul colpo di frusta del rachide cervicale

Ortopedia Francesco Gualato | 01/03/2010 11:41

Considerazioni antomomo-etiopatogenetiche del “Colpo di Frusta”


Il cosiddetto colpo di frusta o meglio trauma da estensione flessione costituisce come incidenza la più frequente conseguenza di un infortunio stradale sia attivo(brusco arresto per frenata o tamponamento),sia passivo(improvvisa accelerazione per urto da retro).In seguito ad un tamponamento da retro o ad improvviso arresto mentre il corpo è solidale al mezzo di trasporto,il capo è libero di ondeggiare vuoi in senso antero-posteriore,vuoi in senso laterale,ecco quindi che si determina una brusca iperestensione del collo seguita da una iperflessione se l’urto proviene da retro o all’inverso se si tratta di un arresto.L’evento traumatico primitivo sarebbe quindi causato da un’eccessiva distensione dei mm.posteriori del collo,quali gli estensori suboccipitali,il capo superiore del trapezio e l’elevatore della scapola,nel caso della flessione,o degli antero-laterali come i muscoli lunghissimi del collo,lo sternocleido-mastoideo e gli scaleni in seguito all’estensione.La conseguenza diretta è l’instaurarsi di una situazione muscolare spastica acuta che, in mancanza di adeguata terapia tende a cronicizzarsi.Tipica è la presenza di una postura di difesa che determina un cambiamento delle curve vertebrali cervicali.In altre parole si tratta di uno stato puramente funzionale caratterizzato da una transitoria perdita di tutte le funzioni midollari.L’edema midollare che consequenzialmente si instaura differisce dall’edema dei restanti tessuti perché è caratterizzato invece che da una iperidratazione del territorio extracellulare,da una iperidratazione intracellulare.Infatti l’esame radiologico in presenza di sindrome commotiva midollare,può essere negativo nel senso che esso non può dimostrare l’esistenza di lesioni ossee in quanto si è trattato di una sollecitazione a largo raggio che in nessun punto ha superato l’elasticità del rachide nel suo complesso di parti scheletriche e legamentose.
 

L'ESAME OBIETTIVO LOCALE DEVE CONSIDERARE I SEGUENTI PARAMETRI:

ESAME OBIETTIVO LOCALE
Rachide cervicale e sua fisiopatologia con ESEMPI NUMERICI DI ALTERAZIONE:
 

Flessione:misurazione mento- fossa- sternale in massima flessione -3cm(vn. 0 cm)con dolore posteriore;(in flessione si muovono le articolazioni atloccipitale e atloassiale intervertebrale,se il movimento è limitato c’è una tensione della membrana tettoriale,dei legamenti atloassiale posteriore,longitudinale posteriore,nucale,giallo e nei mm.posteriori del collo);i mm.interessati sono:lungo del collo,lungo del capo,retto ant.del capo,retto laterale del capo,scaleno ant,scaleno medio,scaleno post,obliquo del capo superiore;
Estensione:misurazione in mx estensione mento-fossa-sternale 16cm(vn.20 cm)con dolore;(permette il movimento atloccipitale,atloassiale intervertebrale,la limitazione indica una tensione dei legamenti longitudinali anteriore e atloassiale anteriore nei mm.anteriori del collo;contatto osseo tra i processi spinosi);i mm.interessati sono:sternocleido-mastoideo,trapezio fibre superiori,splenio del capo,splenio del collo,retto del capo posteriore maggiore,obliquo del capo superiore,semispinale del capo e del collo,piccolo retto posteriore del capo,grande retto posteriore del capo,obliquo inferiore del capo,lunghissimo del collo,ileocostale del collo;
Flessione laterale dx:misurazione regione mastoidea-acromion 13cm(vn.9 cm)con dolore;(permette il movimento atloccipitale intervertebrale con rotazione la limitazione indica una tensione del l.alare che limiterà a sua volta la flessione controlaterale);
Flessione laterale sn:misurazione regione mastoidea-acromion 14cm(vn. 9 cm)con dolore;(permette il movimento atloccipitale intervertebrale”con rotazione”la limitazione indica una tensione del l.alare che limiterà a sua volta la flessione controlaterale);
Rotazione laterale dx:misurazione mento-acromion 11cm(vn. 8 cm)con dolore;(permette il movimento dell’articolazione atloccipitale e atloassiale intervertebrale con flessione laterale la limitazione indica la tensione nel l.alare con limitazione della rotazione laterale);*
Rotazione laterale sn:misurazione mento-acromion 11cm(vn.8 cm)con dolore;(permette il movimento dell’articolazione atloccipitale e atloassiale intervertebrale con flessione laterale la limitazione indica la tensione nel l.alare con limitazione della rotazione laterale);* i mm.muscoli interessati sono:obliquo del capo inferiore,splenio del capo,scaleno anteriore”controlaterale del collo”,lungo del collo,sternomastoideo;
circonduzione con scrosci e limitazione;
Digitopressione con collo in p.supina forti algie da C2-C7;
Diminuizione della flessione,lateralizzazione dx e sn contro resistenza dei mm.paravertebrali del rachide cervicale;
 

Una prima considerazione che si può fare sui meccanismi lesivi del colpo di frusta e le strutture interessate è quella di distinguere i seguenti 2 momenti:
1)E’possibile che sia conseguita un’azione distrattiva sulla muscolatura flessoria ed estensoria con possibilità di lesioni alle miofibrille,2)oppure un’azione compressiva sulle strutture disco-somatiche ed articolari vertebrali con possibilità di lesioni della cartilagine e delle strutture molli periarticolari ed intervertebrali.Tra questi due momenti lesivi quello che assume maggiore importanza ai fini di un danno organico e disabilitante è sicuramente il secondo,quello cioè delle articolazioni e dischi intervertebrali,poiché le lesioni che vi si producono sono maggiormente alteranti la fisiologia e la dinamica del rachide in toto ed il più delle volte sono anche irreversibili.E’su di esse che andrà rivolta l’attenzione sia del bilancio funzionale che del recupero.
La seconda considerazione riguarda il carattere disabilitante dell’evento traumatico.
E’ risaputo perché un trauma sia disabilitante deve poter ridurre la capacità di espressione di un individuo;la lesione deve superare l’organo e manifestarsi su una funzione,in maniera negativa.

Tra le lesioni capaci di questo annoveriamo:
1)la lesione articolare che avendo meno possibilità di essere vicariata rispetto a quella muscolare,può generare un deficit funzionale della colonna vertebrale;
2)la lesione capsulo-legamentosa,che alterando i propriocettori vertebrali può alterare la funzione della colonna sull’equilibrio;
3)la lesione o irritazione del parasimpatico periarterioso cervicale che può alterare il comportamento dell’individuo nelle relazioni con l’ambiente circostante;
4)nella gran parte dei casi questa menomazione comporta l’instaurarsi di una disabilità che interessa il suo assetto corporeo e particolarmente l’atteggiamento posturale dell’individuo nelle attività della vita quotidiana quale per esempio :
per una limitata flessione del collo il mangiare e lo scrivere;
per una limitata rotazione del collo la marcia indietro con la macchina e salire in bicicletta;
per una limitata estensione del collo prendere un libro in uno scaffale di una biblioteca.

Mantenere la flessione,l’estensione, la flessione laterale, la rotazione vuol dire per l’individuo sapere interagire con l’ambiente attraverso il senso della vista.L’importanza degli stretti rapporti esistenti tra visione e movimento del collo è dimostrabile in molte attività relative alla cura personale,al tempo libero e al lavoro:guardare sopra le spalle nella guida dell’auto,dipingere un soffitto,osservare le stelle.
 

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