Canali Minisiti ECM

Nessun rischio suicidio da farmaci anti-obesità

Farmaci Redazione DottNet | 22/01/2025 19:25

Bernardo Maria Dell'Osso: "La ricerca ha evidenziato infatti una serie di effetti di particolare interesse a livello del sistema nervoso centrale, con implicazioni nell'area della salute mentale potenzialmente non inferiori a quelli visti in endocri

Bernardo Maria Dell'Osso: "La ricerca ha evidenziato infatti una serie di effetti di particolare interesse a livello del sistema nervoso centrale, con implicazioni nell'area della salute mentale potenzialmente non inferiori a quelli visti in endocrinologia"

 Non solo non favoriscono la comparsa di pensieri suicidi, ma potrebbero addirittura ridurne il rischio. Inoltre, i loro benefici potrebbero essere più ampi di quelli finora conosciuti. Gli esperti della Società di Neuro Psico Farmacologia (Sinpf), riuniti da oggi a Milano per il congresso nazionale, fanno il punto sui nuovi farmaci anti-obesità, i cosiddetti agonisti del Glp-1. "I timori iniziali circa gli effetti collaterali stanno iniziando a essere progressivamente sostituiti da nuove speranze", spiega Claudio Mencacci (nella foto), direttore emerito di Psichiatria all'ospedale Fatebenefratelli di Milano e co-presidente Sinpf.

Per quel che riguarda il rischio di pensieri suicidi "non si è solo dimostrato che questi farmaci non aumentano il rischio di pensieri suicidari come precedentemente ipotizzato, ma che ne riducono il rischio nei soggetti più vulnerabili", aggiunge Mencacci. Intanto, emergono nuovi possibili benefici oltre a quelli noti nel trattamento del diabete e dell'obesità.
"La ricerca ha evidenziato infatti una serie di effetti di particolare interesse a livello del sistema nervoso centrale, con implicazioni nell'area della salute mentale potenzialmente non inferiori a quelli visti in endocrinologia", spiega Bernardo Maria Dell'Osso, professore di psichiatria all'Università di Milano e direttore del dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell'Asst Fatebenefratelli-Sacco di Milano. Tra i possibili utilizzi, il trattamento del disturbo da alimentazione incontrollata: "Le prime ricerche suggeriscono che i Glp-1 possono fornire un nuovo approccio farmacologico, agendo sulle vie di segnalazione della sazietà e della ricompensa alimentare coinvolte nell'ingestione di grandi quantità di cibo", illustra Matteo Balestrieri, già Ordinario di Psichiatria all'Università di Udine e co-presidente della Sinpf. E poi, se ne sta indagando l'utilità nel trattamento dell'ansia, della depressione, delle dipendenze e perfino dell'Alzheimer.

Commenti

I Correlati

L’approvazione Europea è supportata dai risultati dello studio clinico di Fase 3 SELECT GCA che ha dimostrato che i pazienti trattati con upadacitinib hanno raggiunto l’endpoint primario della remissione sostenuta e importanti endpoint secondari

Talquetamab è la prima immunoterapia per il trattamento del mieloma multiplo che abbia come target il GPRC5D (G-protein coupled receptor family C group 5 member D)

L'ospedale Santa Croce di Fano ha effettuato con successo l'impianto di un dispositivo per l'infusione sottocutanea continua di Levodopa in due pazienti affetti dalla patologia

A rischio il settore dei farmaci generici-equivalenti e biosimilari

Ti potrebbero interessare

Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi

Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi

Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project

La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti

Ultime News

Più letti