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Schillaci: assumeremo 10mila infermieri dall'India

Sanità pubblica Redazione DottNet | 31/10/2024 17:37

"Nursing up: "No a misure tampone". Il ministro: "Sulle liste di attesa le regioni utilizzino i fondi già stanziati"

 Il ministro della Salute Orazio Schillaci, in una intervista a "Repubblica" annuncia l'intenzione di assumere infermieri indiani. "Al recente G7 della Salute ho parlato con la viceministra indiana. Nel suo Paese ci sono ben 3,3 milioni di infermieri, tantissimi.  Vogliamo portarne qua, intanto, circa 10mila. L'idea è di farli reclutare direttamente dalle Regioni e qualcuno si sta già muovendo per metterli in corsia, ad esempio la Campania. Noi facciamo da tramite, magari per verificare con le autorità consolari l'effettiva conoscenza della nostra lingua di chi vuole lavorare in Italia. Sulla formazione professionale non ci sono problemi, in India è buona. Da noi mancano 30mila infermieri e siamo tra gli Stati che li pagano peggio. Vanno rivalutati gli stipendi e date nuove mansioni". Rispetto al 2025, aggiunge, ci saranno maggiori risorse (5 miliardi) e "comunque spero si possano aggiungere fondi, come avvenuto quest'anno. L'obiettivo è portare a casa qualcosa di buono per il personale", prosegue. Prima della manovra ha annunciato un piano assunzioni per il 2025: "Avevo parlato di piano pluriennale. Del resto, le Regioni ci devono ancora mandare il loro di piano triennale di assunzioni previsto dal decreto sulle liste di attesa. Ci devono ancora dire di quante risorse hanno bisogno". E sulle liste d'attesa afferma: "Le Regioni non hanno ancora esaurito il miliardo stanziato negli anni scorsi per abbattere i tempi di attesa.

Ci sono 200 milioni non utilizzati. Siamo disposti a dare nuove risorse, ma intanto usino quelle".

 "Anziché investire nei nostri professionisti, si cerca di tamponare la situazione con un accordo bilaterale per favorire l'ingresso di migliaia di infermieri dall'India, mentre ci sono migliaia di infermieri italiani sparsi per il mondo, che non aspettano altro che rientrare, se trattati dignitosamente". Così in una nota Antonio De Palma, Presidente del Nursing Up, Sindacato Nazionale degli Infermieri, a proposito del reclutamento di infermieri indiani. Sollecitando la necessità di "ripensare alle priorità e di investire nelle nostre risorse e nel nostro sistema sanitario, prima che la professione infermieristica diventi solo uno sbiadito ricordo", De Palma sottolinea che "non è colpa di una mancanza di talenti o vocazioni, ma delle condizioni precarie in cui siamo costretti a lavorare, della scarsa valorizzazione professionale e dei salari inadeguati - continua -. È per questo che i giovani scelgono altre carriere. Ma il ministro cosa fa? Annuncia la firma un accordo bilaterale con l'India per tappare temporaneamente i buchi, che di questo passo rischiano di trasformarsi in 'voragini senza fondo', senza preoccuparsi del fatto che il problema in Italia è una carenza strutturale di infermieri, dovuta a trattamenti economico contrattuali che li relega al terz'ultimo posto in Europa".

De Palma evidenzia anche alcune perplessità sulle recenti dichiarazioni del Ministro: "Schillaci afferma che c'è bisogno di infermieri stranieri, e specifica che la carenza è globale e che tutti i Paesi europei si trovano nella nostra stessa situazione - spiega - Però, poi, aggiunge che noi siamo i primi a fare un accordo di questo tipo. E questo che cosa significa? Per noi è chiaro: che nessun altro Paese ha ritenuto opportuno ricorrere a una soluzione così drastica, che rischia di impattare sulla struttura stessa dell'assistenza infermieristica, e di mettere a repentaglio, per lungo tempo, la qualità dell'assistenza verso i cittadini". De Palma conclude poi con una riflessione rivolta direttamente al Ministro Schillaci: "ha provato a immaginare come reagirebbero la comunità scientifica e quella universitaria dei medici italiani, se un provvedimento simile venisse preso per loro? Se Lei decidesse di risolvere la carenza di medici specialisti con un accordo bilaterale con Paesi extraeuropei, senza provare prima a ridare attrattività alla professione, lavorando sul reale riconoscimento degli interessati? Noi siamo certi che la risposta sarebbe unanime e che si farebbe di tutto per bloccare una simile soluzione".

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