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Carcinoma alla vescica: approvazione europea per erdafitinib per i pazienti adulti

Farmaci Redazione DottNet | 04/09/2024 14:54

E' pan-inibitore dei recettori dei fattori di crescita dei fibroblasti per gli adulti con carcinoma uroteliale non resecabile o metastatico che presentano alterazioni del recettore del fattore di crescita dei fibroblasti FGFR3

Approvato in Europa erdafitinib, una monoterapia orale ad assunzione mono giornaliera, sviluppata da Johnson & Johnson, per il trattamento del carcinoma uroteliale non resecabile o metastatico (mUC) in pazienti adulti che presentino alterazioni genetiche del FGFR3 e che abbiano ricevuto in precedenza almeno una linea di terapia, tra cui un inibitore di PD-1 o PD-L1 nell’ambito del trattamento di una forma tumorale non resecabile o metastatica.

L'Europa presenta il tasso più elevato di cancro alla vescica: nel 2022 quasi 250.000 persone hanno ricevuto una diagnosi, con un aumento del 10 per cento rispetto al 2020.

2,3 In Italia, in particolare, le persone che convivono con una diagnosi di cancro alla vescica sono oltre 310 mila.4 Il carcinoma uroteliale (UC) è la forma più comune di cancro alla vescica,5 e fino al 20 per cento dei pazienti con la forma metastatica della malattia presenta alterazioni di FGFR.6 La prognosi risulta particolarmente negativa per i pazienti con questo tipo di neoplasia, tanto che solo l'8 per cento delle persone che riceve una diagnosi di tumore ad uno stadio metastatico avanzato sopravvive a cinque anni.7,8

«Il tumore della vescica è uno dei più comuni in Europa. Ad oggi, è ancora necessario trovare opzioni terapeutiche innovative per le persone che convivono con carcinoma uroteliale non resecabile o metastatico», dichiarato Yohann Loriot, M.D., Ph.D., Institut Gustave Roussy e Università di Parigi-Saclay, Francia.* «Erdafitinib è una nuova target therapy che ha dimostrato di migliorare in modo significativo sia la sopravvivenza globale sia la sopravvivenza libera da progressione di pazienti con alterazioni FGFR3, che finora avevano a disposizione opzioni limitate».

L’approvazione europea si basa sui risultati della coorte 1 dello studio di fase 3 THOR (NCT03390504), che valuta l'efficacia e la sicurezza di erdafitinib (n=136) rispetto alla chemioterapia (n=130), in pazienti con tumore uroteliale localmente avanzato o mUC, con selezionate alterazioni FGFR progrediti dopo uno o due trattamenti precedenti, tra cui almeno un agente anti-PD-(L)1.1,9

«Questa approvazione sottolinea ancora una volta il ruolo chiave che ricoprono oggi le target therapy nell'individuare e agire sulle singole caratteristiche genetiche e cliniche di pazienti affetti da carcinoma uroteliale. È inoltre la conferma del nostro impegno nello sviluppo di trattamenti all’avanguardia di medicina di precisione in oncologia», aggiunge Henar Hevia, Ph.D., Senior Director, EMEA Therapeutic Area Lead, Oncology, Johnson & Johnson Innovative Medicine. «Inoltre, aver messo a disposizione questa target therapy evidenzia ulteriormente l'importanza dei test genetici FGFR per tutti i pazienti con carcinoma uroteliale metastatico, così come la necessità di un approccio multidisciplinare per ottimizzare i risultati clinici in ogni paziente».

Nel giugno 2023, sulla base della raccomandazione del comitato indipendente di monitoraggio della sicurezza dei dati, lo studio THOR è stato interrotto in seguito ai risultati dell'analisi di efficacia ad interim.1 Conseguentemente, a tutti i pazienti randomizzati alla chemioterapia (docetaxel o vinflunina) è stata offerta la possibilità di ricevere erdafitinib come terapia crossover. I risultati hanno dimostrato, nei pazienti che hanno ricevuto erdafitinib, una sopravvivenza globale (OS) mediana di oltre un anno al cut-off dei dati, con un miglioramento significativo rispetto a quelli del braccio di chemioterapia (12,1 mesi vs. 7,8 mesi; hazard ratio [HR], 0,64; intervallo di confidenza [CI] del 95 per cento, 0,44 a 0,93; P=0,93; P=0,0050).10 Il trattamento con erdafitinib ha anche mostrato un miglioramento della sopravvivenza mediana libera da progressione (PFS) rispetto alla chemioterapia, con un valore di 5,6 mesi contro 2,7 mesi (HR 0,58; 95 per cento CI, 0,41 a 0,82; P=0,0002) e un tasso di risposta globale (ORR) confermato del 35,3 per cento contro l'8,5 per cento.10

Eventi avversi gravi correlati al trattamento (TRAE) sono stati osservati nel 13,3 per cento dei pazienti che hanno ricevuto erdafitinib e nel 24,1 per cento dei pazienti sottoposti a chemioterapia.1 Eventi avversi di grado 3 o superiore sono stati osservati nel 45,9 per cento dei pazienti trattati con erdafitinib e nel 46,4 per cento in quelli trattati con chemioterapia.1 Tra i pazienti che hanno ricevuto erdafitinib, l'8,1 per cento ha mostrato TRAE che hanno portato all'interruzione della terapia, rispetto al 13,4 per cento dei pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia. Solo un paziente trattato con erdafitinib ha riportato eventi avversi che hanno portato alla morte, mentre il numero sale a sei per i pazienti che hanno ricevuto la chemioterapia.

«L'approvazione di erdafitinib da parte della Commissione europea riflette il nostro costante impegno a trasformare gli outcome clinici per le persone con carcinoma uroteliale non resecabile o metastatico», conclude Kiran Patel, M.D., Vice President, Clinical Development, Solid Tumours, Johnson & Johnson Innovative Medicine «Continueremo i nostri sforzi nella ricerca e sviluppo per portare nuove speranze e ulteriori miglioramenti a un maggior numero di pazienti in futuro».

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