I giorni di incubazione, le eventuali rare complicanze. Nel 2024 14mila casi
Il vaiolo delle scimmie, per il quale l'Oms ha dichiarato l'emergenza internazionale, è un poxvirus (monkeypox virus, MPXV) simile allo scomparso virus del vaiolo umano, che infetta le scimmie. Il primo caso di trasmissione umana è stato segnalato nel 1970. Solo nel mese di giugno sono stati 567 i contagi nel continente africano con una pericolosa crescita di casi fra i bambini, anche neonati. Il numero di casi segnalati finora quest'anno ha già superato il totale dell'anno scorso, con oltre 14mila casi e 524 decessi.
I sintomi, riferiscono i siti istituzionali sanitari, includono febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e dolore ai linfonodi, seguiti successivamente dalla comparsa di pustole cutanee sul volto e in seguito generalizzate. La malattia e' conosciuta come vaiolo delle scimmie ma è scientificamente definita mpox, anche per evitare lo stigma di questa definizione.
Come avvenuto nel resto del mondo, la grande maggioranza dei contagi (1.040) ha riguardato persone di sesso maschile. È 37 anni l'età mediana con un range che va dai 14 ai 71 anni. La trasmissione avviene per contatto diretto con fluidi corporei, come sangue, goccioline respiratorie, saliva, secrezioni genitali, essudato di lesioni cutanee e crosta. La diffusione maggiore sembra avvenire in caso di rapporti sessuali tra maschi. La diagnosi di vaiolo delle scimmie umano è prevalentemente clinica, in base alla valutazione dei sintomi. La diagnosi va confermata da altri esami, come il rilevamento del DNA virale specifico mediante la Proteina C reattiva (PCR). Il quadro clinico dell'MPXV umano - dopo un periodo di incubazione da 7 a 17 giorni - inizia con febbre, mal di testa, dolori muscolari, mal di schiena e linfoadenopatia, seguiti successivamente da eruzioni cutanee ben circoscritte ma diffuse su tutto il corpo, con un tipico esordio centrifugo, che evolvono in fasi successive: maculare, papulare, vescicolare e pustolosa.
Un secondo periodo febbrile si verifica quando le lesioni diventano pustolose ed è spesso associato a un peggioramento delle condizioni del paziente. La vaccinazione contro il vaiolo umano offre una qualche forma di protezione, con complicanze più frequenti tra i non vaccinati (74%) rispetto ai vaccinati (39,5%). Tra le rare complicanze sono riportate: broncopolmonite, shock secondario a diarrea e vomito, cicatrici corneali che possono portare a cecità permanente, encefalite specialmente nei pazienti con infezione batterica secondaria e setticemia, con la formazione di cicatrici sulla pelle come sequela a lungo termine.
Di Rosa, Presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) sottolinea la necessità di attuare investimenti strutturali e il rafforzamento dei Sistemi sanitari
Formalizzato l’uso della telemedicina per il rilascio dei certificati di malattia, equiparando la visita a distanza alla constatazione diretta
Sette le associazioni federate. La nuova organizzazione rappresenterà i pazienti nel confronto con le Istituzioni, con un’unica autorevole voce. L’obesità in Italia riguarda circa il 12 per cento della popolazione
Gli esperti: Lotta a virus troppo lenta, rendere più accessibili strumenti prevenzione
Commissario straordinario, armonizzare azioni nei territori
Le indicazioni per la prossima campagna ricalcheranno quelle dello scorso autunno, quindi l'anti-Covid sarà "raccomandato" a persone di età pari o superiore a 60 anni. Dalla Florida sconsigliano i vaccini mRna
Lo rivela una ricerca sul New England Journal of Medicine
Nello spot di Italia Longeva il rapporto speciale tra nonno e nipote per sensibilizzare sulla importanza della prevenzione vaccinale per difendersi dalle malattie più temibili nella terza età
Commenti