Quasi 2 anni in più liberi dalla progressione della malattia
Una nuova combinazione di farmaci - una tripletta - potrebbe cambiare lo standard di cura dei pazienti affetti da mieloma multiplo in progressione che hanno già ricevuto una prima linea di terapia, migliorando di quasi due anni la sopravvivenza rispetto all'attuale standard di trattamento. Lo rivela lo studio multicentrico di fase 3 Dreamm-7, dell'Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori Dino Amadori Irst Irccs di Meldola (FC), pubblicato sulla rivista New England Journal of Medicine, che ha coinvolto 494 pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario. Il trattamento con l'anticorpo farmaco-coniugato belantamab mafodotin, in combinazione con bortezomib e desametasone, ha infatti evidenziato una maggior sopravvivenza per i pazienti senza progressione di malattia di 36,6 mesi rispetto ai 13,4 mesi con daratumumab, bortezomib e desametasone.
A più di cinque anni dall’arrivo in Italia della prima terapia genica, le CAR-T sono una realtà nella pratica clinica: crescono i successi nel trattamento di alcune patologie onco-ematologiche
L’approvazione Europea è supportata dai risultati dello studio clinico di Fase 3 SELECT GCA che ha dimostrato che i pazienti trattati con upadacitinib hanno raggiunto l’endpoint primario della remissione sostenuta e importanti endpoint secondari
Il trattamento in prima linea con daratumumab in somministrazione sottocutanea e in combinazione con bortezomib, lenalidomide e desametasone ha mostrato nei pazienti eleggibili a trapianto una sopravvivenza di circa 17 anni
Talquetamab è la prima immunoterapia per il trattamento del mieloma multiplo che abbia come target il GPRC5D (G-protein coupled receptor family C group 5 member D)
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
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