“L’esigenza scaturita dalla pandemia di rafforzare la prossimità, di cui i farmacisti rappresentano il primo punto di accesso sul territorio non può prescindere dalla semplificazione della nostra attività quotidiana"
“Il nemico dell’evoluzione del rapporto tra SSN e cittadini è senza dubbio la burocrazia. Stiamo affrontando una grave carenza di professionisti sanitari e abbiamo bisogno di un intervento concreto della politica per superare leggi anacronistiche che si sono accumulate negli anni, con effetti negativi sia sull’attività dei professionisti, sia sui pazienti, in termini di efficienza e qualità del servizio. La Federazione, da tempo impegnata nella battaglia sulla sburocratizzazione della professione, non può che esprimere apprezzamento per le disposizioni contenute nel disegno di legge governativo in materia di semplificazione farmaceutica e sanitaria, e ha posto all’attenzione del Legislatore ulteriori spunti di riflessione e proposte nell’ottica di rendere il servizio farmaceutico ancora più efficiente e accessibile”. Lo ha detto il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), Andrea Mandelli, in audizione presso le Commissioni riunite Affari sociali e Affari costituzionali della Camera sul Ddl ‘Delega per la semplificazione dei procedimenti amministrativi e misure in materia farmaceutica e sanitaria e di autorizzazioni di polizia’.
“L’esigenza scaturita dalla pandemia di rafforzare la prossimità, di cui i farmacisti rappresentano il primo punto di accesso sul territorio – continua Mandelli – non può prescindere dalla semplificazione della nostra attività quotidiana, attraverso il superamento di quelle barriere amministrative che di fatto distolgono l’attenzione dai veri bisogni di salute dei pazienti, rendendo difficoltoso l’accesso alle cure, e che si scontrano con la carenza di personale che sta emergendo in modo sempre più evidente. Mi riferisco, ad esempio, alla obsoleta disposizione del Testo Unico delle leggi sanitarie, risalente ad un decreto regio del 1934, che impedisce al farmacista che esercita l’attività sul territorio di esercitare contemporaneamente altre professioni sanitarie, o ancora l’incompatibilità, prevista dalla Legge 475/1968, tra l’esercizio della professione di farmacista e il ruolo di professore o assistente universitario, diversamente da quanto accade per tutte le altre professioni sanitarie”.
“Un altro aspetto su cui riteniamo sia opportuno intervenire nell’ottica di migliorare l’accesso alle cure per i pazienti – aggiunge il presidente FOFI – riguarda la possibilità che, attraverso il Fascicolo Sanitario Elettronico, il foglio di dimissioni rilasciato dai reparti di Pronto Soccorso o dalla Guardia Medica possa essere considerato a tutti gli effetti una regolare prescrizione medica, in modo da consentire al farmacista, spesso chiamato a fornire assistenza nelle ore notturne e nelle giornate festive, di gestire in maniera più efficiente la dispensazione dei medicinali, riducendo al contempo i contenziosi nelle farmacie".
Apprezzamento è stato espresso dal presidente Mandelli anche per le modifiche che danno un ulteriore impulso al processo di digitalizzazione della dispensazione del farmaco, ricordando che “è grazie soprattutto ai farmacisti che ha avuto successo l’implementazione del sistema della ricetta dematerializzata, introdotto durante il primo lockdown”.
“Ci sono poi le importanti disposizioni che riguardano l’assistenza farmaceutica ai pazienti cronici, pensiamo alla ricetta ‘aperta’ per dodici mesi nell’ambito della quale il farmacista, mese per mese, potrà erogare il farmaco, monitorando la corretta assunzione della terapia. Altro aspetto di rilievo riguarda, infine, la semplificazione delle tabelle delle sostanze medicinali che ci viene richiesto di allestire in farmacia, con l’obiettivo di ridurre i vincoli burocratici inutili, che non fanno altro che sottrarre il nostro tempo ai pazienti”. “Il nostro obiettivo è uno: continuare ad essere per i cittadini dei professionisti preparati e disponibili, in grado di dare risposte concrete e tempestive ai loro bisogni di salute”, conclude il presidente FOFI.
“Nella convenzionata questa tassa vale oltre 160 milioni di euro l’anno su farmaci che, per oltre il 30% hanno un prezzo ricavo industria di qualche euro, quando ci arriva”
“I farmacisti in qualità di professionisti della salute più prossimi ai cittadini, sono costantemente impegnati nel sensibilizzare le persone ad attenersi sempre alle prescrizioni del medico"
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