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Covid, la nuova variante KP.2 dagli Usa arriva in Italia

Infettivologia Redazione DottNet | 21/05/2024 15:17

Ciccozzi: "Essendo successiva alla precedente JN.1 non diventerà mai più virulenta per un principio di adattamento. Quindi non elude i vaccini"

 Covid, la nuova variante KP.2, dopo aver creato scompiglio negli Stati Uniti, ora sbarca in Italia, con tutto il seguito di curiosità e preoccupazione che ha destato negli esperti. Ricerche in corso suggeriscono che KP.2 non risponde ai vaccini precedenti, anche se, secondo diversi scienziati, chi era già stato contagiato con la variante JN.1 dovrebbe avere qualche protezione. Non è su questa linea l'epidemiologo Massimo Ciccozzi (nella foto), autore proprio di uno studio sulla KP.2: "Essendo successiva alla precedente JN.1 non diventerà mai più virulenta per un principio di adattamento - spiega -. Quindi non elude i vaccini". Tutto ciò mentre in Italia i casi Covid, anche se leggermente, tornano ad aumentare.

Certamente la nuova variante KP.2 preoccupa gli Usa, dove corre veloce ed è la causa di 1 caso Covid su 4. "Gli americani si stanno preoccupando per questa ultima variante che deriva da Jn.

1 - conferma Ciccozzi -. La KP.2 ha tre mutazioni interessanti, ma in Usa si stanno preoccupando un po' troppo". Ciccozzi è tra gli autori di uno studio italiano, realizzato da Università Campus Bio-Medico di Roma (Francesco Branda Chiara Romano) e Università di Sassari (Fabio Scarpa e Alessandra Ciccozzi), dedicato alla variante KP.2 e inoltrato alla rivista The Journal of Infectious Diseases. "È vero che una di queste mutazioni è nel sito 455, una 'flip mutation', cambia l'aminoacido e destabilizza la struttura della proteina. Ma ciò non significa che sia più immunoevasiva (non elude i vaccini anti-Covid) delle altre varianti o più pericolosa. Ricorda la variante Delta, ma manca una mutazione sul sito successivo e non è così aggressiva come lo è stata la Delta".

Parliamo di rischi. Da questo punto di vista Ciccozzi tranquillizza: "Dal nostro studio emerge che non ci sono rischi di maggior virulenza ed evasione del sistema immunitario. Tenderà a sostituire le varianti precedenti, ma, come avviene di frequente, si tende a confondere la fitness evolutiva con la fitness di contagiosità. Faccio un esempio: Ebola non si è evoluto perché, pur con una grande contagiosità e virulenza, uccideva quasi tutti gli ospiti. E non è questo il caso per Sars-Cov-2. Quindi, una cosa è la fitness evolutiva e la capacità di adattamento, una cosa è la fitness di contagiosità e gravità: se aumenta la capacità di adattarsi, diminuisce la gravità di malattia. Comunque è bene monitorare il virus, senza creare inutili allarmismi".

Quello che sta avvenendo negli Stati Uniti è la circolazione di una nuova famiglia di varianti: si chiamano "FLiRT". Anch'esse discendono dal lignaggio Omicron, ma sono derivati della JN.1, che ha causato un'impennata di casi all'inizio dell'anno. Le lettere nelle varianti FLiRT si basano sui nomi tecnici delle loro mutazioni: una che include le lettere F e L, e un'altra include le lettere R e T. All'interno di questo gruppo sta anche la KP.2. Detto questo, sorge un interrogativo: i vaccini funzionano contro le varianti FLiRT? In effetti i vaccini rappresentano ancora una buona opzione di prevenzione e protezione contro qualsiasi ricovero e decesso legati al Covid. Tuttavia, due studi preliminari, provenienti dal Giappone e dalla Cina, mostrano che le varianti FLiRT potrebbero essere migliori nello schivare la protezione immunitaria dai vaccini rispetto a JN.1.
In ogni caso è comunque consigliabile affidarsi ai vaccini.  In una dichiarazione del 26 aprile Scorso, l'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) ha raccomandato di basare le future formulazioni sul ceppo JN.1, perché sembra che il virus continuerà ad evolvere da quella variante. Il booster più recente era basato su un ceppo più vecchio, XBB.1.5. È ora di aggiornarlo.

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