"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
«Non c’è un reparto, uno studio o un ambulatorio nel quale un medico possa sentirsi al sicuro. Le aggressioni non riguardano una branca, uno specifico setting assistenziale, sono dilaganti, perché è dilagante la deriva culturale che investe ormai tutto il Paese. Ma le aggressioni vanno fermate subito». Così Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, in merito alle due aggressioni verificatesi a distanza di sole 24 ore l’una dall’altra. Il primo episodio avvenuto a Cagliari, dove un uomo di 47 anni ha brutalmente aggredito un medico di medicina generale, a quanto pare, a causa dell’eccessiva attesa. Una violenza tale che per il collega è stato necessario il ricovero e una prognosi di quasi 50 giorni. Ieri notte, poi, scene in stile Gomorra in una sede di continuità assistenziale (ex guardia medica) di Melito in provincia di Napoli. In Costiera Amalfitana, a fine luglio, un altro medico di famiglia era stato aggredito nel suo studio riportando lesioni personali gravi. Ora un nuovo video riporta l’aggressione di Melito. «A quanto fatto in ambito normativo, e a quanto ancora si dovrà fare, occorrono azioni esemplari in termini di deterrenza – prosegue il leader Fimmg – occorre far comprendere a tutti e in modo inequivocabile che chi aggredisce ne paga le conseguenze».
Dalla Fimmg un richiamo a tutti i livelli, coinvolgendo la politica, le famiglie, la scuola e soprattutto chi fa comunicazione.
Infine, dalla Fimmg un richiamo ai media. «Alcuni giornalisti "d’inchiesta" molto spesso, troppo ormai, senza dati controllati esprimono giudizi su ruolo e funzioni della medicina generale. Condanne emesse sulla base di un giudizio sommario, pubblicate su testate nazionali importanti e con video you tube senza contraddittorio. La medicina generale, così rappresentata, viene mostrata come un sistema da distruggere. Se la medicina generale, e tutti i medici, sono il "nemico" è chiaro che chiunque può sentirsi legittimato ad aggredire. Ai colleghi – conclude Scotti – va tutto il nostro supporto e la più profonda solidarietà. Ma questo non può bastare, sono in contatto con i principali Sindacati Medici e nei prossimi giorni dovremmo decidere per un’azione esemplare che faccia riflettere seriamente media, politica e cittadini. Serve che ci sia rispetto per chi lavora per lo Stato».
La Circolare Inps 29 maggio 2019, n. 78, riepiloga i principi essenziali dell’istituto, specie in ordine alle modalità di calcolo dell’onere che si deve sostenere e su come provare l’esistenza del rapporto di lavoro
Di Silverio: "Dopo 15 anni di costanti disinvestimenti nella Sanità pubblica si danno ai medici 14 euro in più al mese". Schillaci: “Personale viene da decenni di turni massacranti e burnout”
"Come lo sciopero, anche lo stato d’agitazione che la Medicina Generale sta portando avanti è il sintomo di una situazione ormai insostenibile se si vuole preservare un’assistenza di prossimità capillare e capace di rispondere alle sfide della cronic
Lo sciopero, proclamato dai medici e dirigenti sanitari di Anaao Assomed e Cimo-Fesmed e dagli infermieri ed altre professioni sanitarie del Nursing Up, inizia alle 00.00 del 20 novembre. In piazza anche la Fnomceo
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
"Il Ministero dell’Economia ascolti il personale sanitario per trovare risorse adeguate per il Fondo sanitario nazionale e metta in condizione la medicina generale di sostenere il carico che ha sempre garantito"
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