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Medici di famiglia, la situazione regione per regione fra carenze e massimali

Medicina Generale Redazione DottNet | 17/03/2024 21:06

L'analisi della Fondazione Gimbe fa il quadro della medicina generale tracciando l'identikit del professionista

Mancano oltre 3.100 medici di medicina generale, con situazioni più critiche nelle grandi Regioni del Nord. "L'allarme sulla carenza dei medici di base- afferma Nino Cartabellotta presidente della Fondazione Gimbe - oggi riguarda tutte le Regioni ed è frutto di un'inadeguata programmazione che non ha garantito il ricambio generazionale in relazione ai pensionamenti attesi. Così oggi spesso diventa un'impresa poter scegliere un mmg vicino a casa, con conseguenti disagi e rischi per la salute, in particolare di anziani e fragili".

IL MASSIMALE DI ASSISTITI

L’Accordo collettivo nazionale, che tra l’altro regola in parte il rapporto di lavoro tra medico di medicina generale e Azienda sanitaria locale (Asl), prevede che il numero massimo di assistiti sia di 1.500, che in casi particolari può essere incrementato fino a 1.800. Numero che talora, osserva Gimbe, viene ulteriormente superato attraverso deroghe locali (per esempio fino a 2.000 nella provincia autonoma di Bolzano) o per casi di indisponibilità di mmg oltre che per le scelte temporanee affidate al medico, come nel caso di extracomunitari senza permesso di soggiorno, non residenti. Allo stesso modo, esistono motivazioni che determinano un numero inferiore di assistiti: autolimitazione delle scelte, mmg con ulteriori incarichi che ne limitano le scelte o che si trovano nel periodo iniziale di attività e/o che esercitano la professione in zone disagiate.

UN QUADRO REGIONALE MOLTO ETEROGENEO

“Per ciascun medico di medicina generale – commenta il presidente di Gimbe, Nino Cartabellotta – il carico potenziale di assistiti rispetto a quello reale restituisce un quadro molto eterogeneo: accanto a una quota di mmg “ultra-massimalisti” che sfiora il 50% ci sono colleghi con un numero molto basso di assistiti”.

Infatti, secondo i dati forniti dal ministero della Salute, riferiti all’anno 2022, su 39.366 mmg il 47,7% ha più di 1.500 assistiti; il 33% tra 1.001 e 1.500 assistiti; il 12,1% da 501 a 1.000; il 5,7% tra 51 e 500 e l’1,5% meno di 51.

I DATI DELLE REGIONI

In particolare, tra le varie regioni, Gimbe ci dice che il massimale di 1.500 assistiti viene superato da più di un medico di famiglia su due in Emilia-Romagna (51,5%), Campania (58,4%), provincia autonoma di Trento (59,1%), Valle D’Aosta (59,2%), Veneto (64,7%). E addirittura da due mmg su tre nella provincia autonoma di Bolzano (66,3%) e in Lombardia (71%).

Secondo i dati della Struttura interregionale sanitari convenzionati (Sisac), al 1° gennaio 2023, 37.860 mmg avevano in carico oltre 51,2 milioni di assistiti. In termini assoluti, la media nazionale è di 1.353 assistiti per mmg rispetto ai 1.307 del 2022: dai 1.090 della Basilicata ai 1.646 della Provincia Autonoma di Bolzano.

CHE ETÀ HANNO I MEDICI DI FAMIGLIA

“Desta non poche preoccupazioni la distribuzione anagrafica dei mmg: infatti nel 2022 il 72,5% dei mmg in attività aveva oltre 27 anni di anzianità di laurea”, commenta Cartabellotta. In particolare nella maggior parte delle regioni meridionali i medici di famiglia con oltre 27 anni di laurea sono più di 3 su 4: Calabria (89,4%), Sicilia (81,7%), Campania (80,7%), Sardegna (79,7%), Molise (78,4%), Basilicata (78,3%), Puglia (78%).

PER OLTRE 11MILA MMG LA PENSIONE È DIETRO L’ANGOLO

Gimbe riferisce poi i dati forniti dalla Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg), secondo cui tra il 2023 e il 2026 sono 11.439 i medici di famiglia che hanno compiuto/compiranno 70 anni, raggiungendo così l’età massima per la pensione – deroghe a parte: dai 21 della Valle D’Aosta ai 1.539 della Lombardia.

Per Cartabellotta nemmeno l’aumento del numero di borse di studio ministeriali destinate al Corso di formazione specifica in medicina generale sarà sufficiente a colmare il ricambio generazionale entro il 2026.

QUANTI MEDICI DI FAMIGLIA MANCANO OGGI

Gimbe ha poi stimato la carenza attuale e futura di medici di medicina generale. Secondo i dati Sisac al 1 gennaio 2023, nel periodo c’è 2019-2022, c’è stata una progressiva diminuzione dei mmg in attività.

Nel 2022 erano 37.860, ovvero 4.149 in meno rispetto al 2019 (-11%) con notevoli variabilità regionali: dal -34,2% della Sardegna al -4,7% del Molise.

Ritenendo accettabile un rapporto di 1 mmg ogni 1.250 assistiti e utilizzando le rilevazioni Sisac, Gimbe stima al 1° gennaio 2023 una carenza di 3.114 mmg, con situazioni più critiche nelle grandi regioni del Nord: Lombardia (-1.237), Veneto (-609), Emilia Romagna (-418), Piemonte (-296), oltre che in Campania (-381).

E QUANTI NE MANCHERANNO DOMANI

Infine, considerando l’età di pensionamento ordinaria di 70 anni e il numero borse di studio messe a bando per gli anni 2020-2023, nel 2026, secondo Gimbe, il numero dei medici di famiglia diminuirà di 135 unità rispetto al 2022, ma con nette differenze regionali. In particolare saranno tutte le regioni del Sud (tranne il Molise) nel 2026 a scontare la maggior riduzione di mmg: Campania (-384), Puglia (-175), Sicilia (-155), Calabria (-135), Abruzzo (-47), Basilicata (-35), Sardegna (-9,) oltre a Lazio (-231), Liguria (-36) e Friuli Venezia Giulia (-22). La stima, tuttavia, precisa la Fondazione, risulta sottostimata dall’eventuale scelta dei mmg di andare in pensione prima dei 70 anni, dal numero di borse non assegnate e dall’abbandono del Corso di formazione in medicina generale (almeno 20%). Al contrario, viene sovrastimata dall’eventuale decisione dei mmg di prolungare l’attività sino ai 72 anni e dalla possibilità dei medici iscritti al Corso di formazione in medicina generale di acquisire già dal primo anno fino a 1.000 assistiti.

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