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Arriva un nuovo antibiotico contro il batterio killer

Farmaci Redazione DottNet | 04/01/2024 16:35

Messo a punto da un team di scienziati dell’Università statunitense dell’Illinois e del colosso farmaceutico svizzero F. Hoffmann-La Roche

Messo a punto da un team di scienziati dell’Università statunitense dell’Illinois e del colosso farmaceutico svizzero F. Hoffmann-La Roche

Contro la resistenza agli antibiotici e in particolare contro l’Acinetobacter baumannii un team di scienziati dell’Università statunitense dell’Illinois e del colosso farmaceutico svizzero F. Hoffmann-La Roche ha scoperto e sviluppato un nuovo antibiotico – un “peptide macrociclico ancorato”, chiamato Zosurabalpin - che ha dimostrato un «elevato potenziale clinico». Al momento il team di ricercatori, guidato da Claudia Zampaloni, Patrizio Mattei e Konrad Bleicher, ha testato l’efficacia del nuovo composto nei test di laboratorio e per trattare le infezioni nei topi, descrivendo le promettenti conclusioni in due articoli appena pubblicati sulla rivista Nature.

L'Acinetobacter baumannii, resistente alla classe di antibiotici ad ampio spettro carbapenemi (Crab), è un batterio particolarmente pericoloso, classificato come “patogeno critico di priorità 1” dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), e come “minaccia urgente” dai Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti.

Fa parte dei cosiddetti batteri Gram-negativi. Un patogeno killer soprattutto per i pazienti più fragili, quelli immunocompromessi o ricoverati nelle terapie intensive. È difficile da eliminare perché ha una membrana esterna protettiva che contiene lipopolisaccaridi (Lps), resistenti alla penetrazione di diversi antibiotici. Arrestare la sintesi di Lps, e il suo trasporto alla membrana esterna, riduce la vitalità cellulare e può aumentare la suscettibilità del patogeno ad alcuni antibiotici.

Zosurabalpin ha mostrato di essere in grado di aggirare proprio questi meccanismi che neutralizzano l'azione dei farmaci. Ma, informano i ricercatori, per scongiurare il rischio potenziale che emerga una nuova resistenza anche a questo nuovo composto, occorrono ulteriori indagini «in condizioni clinicamente rilevanti». L'analisi dettagliata del meccanismo d'azione di questa classe di antibiotici mostra come sia possibile «intrappolare il trasportatore molecolare di lipopolisaccaridi, impedendogli di muovere queste sostanze, il che porta alla morte del batterio».

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