Canali Minisiti ECM

Tito Boeri: il dietro front sulle pensioni medici penalizza gli altri colleghi. Nuove finestre per l'accesso al vitalizio

Previdenza Redazione DottNet | 21/12/2023 18:52

"Vergognosa la marcia indietro del governo sui privilegi di pochi medici. Per permettere a questi di valorizzare i loro contributi 10 volte ha penalizzato tutti gli altri medici e infermieri imponendo loro la pensione tre mesi dopo"

"Vergognosa la marcia indietro del governo sui privilegi di pochi medici. Per permettere a questi di valorizzare i loro contributi 10 volte di più dei comuni mortali ha penalizzato tutti gli altri medici e infermieri imponendo loro di andare in pensione tre mesi dopo". Tito Boeri, ex presidente dell'Inps e economista non ci sta alla retromarcia del Governo sulle pensioni dei medici. E, attraverso le pagine di Repubblica, incalza: "La norma, che prevedeva la parificazione delle aliquote di rendimento dei dipendenti pubblici, rimediava a una iniquità profonda del sistema previdenziale che permette ad alcune categorie di dipendenti pubblici (medici, infermieri, ufficiali giudiziari, insegnanti delle scuole paritarie e dipendenti degli enti locali) con meno di 15 anni di contributi fino al 1995 di avere “aliquote di rendimento molto più vantaggiose” rispetto a tutti gli altri lavoratori".

"Basta avere un solo mese di contributi prima del 1995 - scrivono Boeri e Perotti -, per vedersi riconoscere ai fini pensionistici un rendimento del 23,8 per cento dell’ultima retribuzione anziché del 2 per cento.

Per tutta la vita. Un regalo che vale decine o anche centinaia di migliaia di euro per ogni beneficiario. Si tratta, in tutta evidenza, di una iniquità che non ha alcuna giustificazione". "A differenza di ciò che dicono i sindacati, l’ingiustizia sarebbe stata lasciare le cose come stanno. La modifica prospettata dall’art. 33 ridimensionava questo trattamento privilegiato, senza peraltro eliminarlo del tutto - spiega Boeri -. Stando ai calcoli dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb), il numero di persone coinvolte passa da 31.500 del 2024 a 732.300 del 2043 e l’intervento previsto dalla legge di Bilancio avrebbe comportato a fine 2043 un risparmio complessivo di 32,9 miliardi. Come ogni intervento sulle pensioni, anche una riforma marginale (in questo caso circa 170 milioni l'anno in media nel periodo 2024-28) produce costi o risparmi ingenti cumulati nel tempo".

E a chi temeva la fuga dei medici per evitare i tagli della legge, l'ex presidente Inps risponde: "Il taglio del privilegio sarebbe stato un incentivo a non andare in pensione, dato che la perdita nell’assegno pensionistico si sarebbe potuta  compensare con la quota contributiva se quegli stessi lavoratori avessero deciso di lavorare un paio di anni in più. Se il governo si impegnasse a usare i risparmi sui privilegi dei pensionati per aumentare assunzioni e stipendi dei lavoratori dello stesso settore, alla fine avremmo un sistema previdenziale più equo e una sanità più efficiente, con più medici e infermieri e meglio pagati". Tuttavia le penalizzazioni ci sono: scatteranno dal 2024 per gli assegni anticipati, per i quali vengono anche introdotte finestre di accesso più ampie. Il taglio sarà ridotto per ogni mese di posticipo del pensionamento fino all’annullamento totale se si resta al lavoro per 36 mesi. Pensioni medici e dipendenti pubblici 2024 quindi verso Quota 46, si legge sul Sole24ore. "Si arriva, infatti in questo modo, all’azzeramento della penalizzazione se si resta al lavoro per 3 anni in più. Un medico in questo modo potrebbe arrivare al pensionamento a 45 anni e 10 mesi di contribuzione versata".

L’emendamento presentato dal Governo all’articolo 33 del Ddl Bilancio 2024 prevede anche un’altra novità per quanto riguarda il pensionamento anticipato per tutte le categorie coinvolte. Si introducono delle nuove finestre per l’accesso. Per i lavoratori e le lavoratrici che maturano i requisiti per il pensionamento nel 2024, infatti, il trattamento decorrerà dopo 3 mesi dall’acquisizione del diritto.
Una finestra che aumenta dagli attuali 3 mesi a:
• 4 mesi per il 2025;
• 5 mesi per il 2026;
• 7 mesi nel 2027;
• 9 mesi a partire dal 2028.
Ecco quindi che un medico che nel 2024 raggiungesse i requisiti per il pensionamento ma decidesse di aspettare a ritirarsi per non perdere quote di pensione e lavorasse altri 3 anni, arrivando nel 2027 a 45 anni e 10 mesi di contribuzione, si troverà a dover attendere anche ulteriori 7 mesi di finestra. Anche per questo nell’emendamento è stato specificato che i dirigenti medici e sanitari e gli infermieri potranno fare domanda per il trattenimento in servizio anche oltre i 40 anni di servizio, ma non oltre i 70 anni d’età. Soluzioni, tutte queste che non convincono affatto i sindacati di categoria, con Anaao-Assomed che per ora conferma anche gli scioperi di gennaio.

I 21 miliardi netti di risparmi in 20 anni che verranno assicurati dal nuovo articolo 33 si sommano ai circa 37 previsti nei prossimi 10 anni grazie al raffreddamento del meccanismo di indicizzazione delle pensioni superiori a 4 volte il minimo (2.394 euro lordi), deciso già un anno fa e inasprito con questa manovra solo per le pensioni superiori a 10 volte il minimo (5.986 euro lordi), dove la percentuale di adeguamento al costo della vita scende dal 32 al 22 per cento.

Commenti

1 Risposte Rispondi
Rispondi
Rispondi
Rispondi

I Correlati

L’Inps, con la circolare n. 57 dell’11 marzo 2025, fornisce delle indicazioni proprio in merito al riconoscimento della tutela previdenziale della malattia ai lavoratori titolari di un trattamento pensionistico che avviano un nuovo rapporto di lavoro

Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.

A partire dal 2027 la Ragioneria reputa possibile un aumento di tre mesi dei requisiti necessari per il pensionamento, sia di vecchiaia sia anticipato

Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi

Ti potrebbero interessare

Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo

Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile

Integrazione al minimo delle pensioni Enpam

Previdenza | Redazione DottNet | 29/08/2024 18:22

L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.

Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese

Ultime News

Più letti