"Ad oggi non abbiamo notizie, se non sotto forma di indiscrezioni, del lavoro svolto dalla Commissione istituita ormai quasi un anno fa al Ministero di Giustizia con il compito di proporre una norma per la riforma della legge 24/2017"
"La depenalizzazione dell’atto medico è un argomento di cui si parla molto. Ma nonostante le sollecitazioni anche da parte del Ministro della salute, ad oggi non abbiamo notizie, se non sotto forma di indiscrezioni, del lavoro svolto dalla Commissione istituita ormai quasi un anno fa al Ministero di Giustizia con il compito di proporre una norma per la riforma della legge 24/2017 quanto mai urgente. Nel frattempo, gira tra le stanze della Camera un disegno di legge che non incide sulla responsabilità penale del medico, ma che addirittura prevederebbe la reclusione nel caso di dolo.
Nell’attesa:
- 6 medici al giorno vengono denunciati e inizia per loro un calvario che dura in media 6 anni che li porterà nel 97% dei casi alla piena assoluzione, ma che segnerà inevitabilmente la vita personale e professionale,
- l’Italia resta l’unico Paese al mondo, in compagnia solo della Polonia, a non avere ancora depenalizzato l’atto medico,
- continuiamo ad esser sottoposti a quattro tribunali; aziendale ordinario, ordinistico e, forse il peggiore, mediatico,
- continuiamo a erogare cure con una pressione psicologica insostenibile.
Ancora una volta condividiamo le recenti dichiarazioni del Ministro Schillaci, ma è il momento di agire e di andare oltre i buoni propositi.
Visto il prolungarsi dei lavori della Commissione, riteniamo urgente proporre uno scudo penale che riesca a dare risposte immediate alla richiesta di curare in sicurezza che proviene da tutta la categoria.
Esistono misure a breve e a lungo termine e cambiare una legge richiede tempo, quel tempo che purtroppo non abbiamo più.
Quindi chiediamo di istituire uno scudo penale fino al completamento dell’iter legislativo: è quanto mai urgente e improcrastinabile".
Con uso tempestivo +50-70% di sopravvivenza ad arresto cardiaco
Schillaci: stili di vita sani ed equo accesso alle cure per garantire futuro di benessere
Schillaci: "è volontà politica. Si risponda delle inadempienze"
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
Cgil, Cisl e Uil: "Sono 200mila, è un comparto strategico"
"I medici, i dirigenti sanitari, gli infermieri le professioni sanitarie ex legge 43/2006, vogliono risposte, vogliono tornare ad essere il fulcro delle cure, vogliono continuare a curare, ma in sicurezza”
Testa: “Serve uno straordinario investimento nel territorio prima che della medicina di famiglia rimangano solo le ceneri.”
Leonida Iannantuoni Presidente di ASSIMEFAC; al paziente va dedicato più tempo
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