Tagli oltre i 10mila euro per redditi di 50mila euro. Rischio fuga dei medici
“L’Esecutivo con la prossima legge di bilancio riuscirà a peggiorare la Legge Monti-Fornero e a sottrarre dalle tasche dei dipendenti pubblici - futuri pensionati, migliaia di euro”, denunciano CGIL, FP e FLC.
"Infatti, un articolo delle tante bozze della legge di bilancio che fin qui si sono rincorse - spiegano -, prevede la revisione delle aliquote di rendimento previdenziali per le pensioni liquidate dal 2024 (clicca qui per scaricare il documento con le tabelle complete in base alle retribuzioni) , delle quote di pensione retributive in alcune gestioni previdenziali del comparto pubblico e più precisamente degli iscritti alla Cassa per le pensioni ai dipendenti degli Enti locali (CPDEL), alla Cassa per le pensioni dei sanitari (CPS) e alla Cassa per le pensioni degli insegnanti di asilo e di scuole elementari parificate (CPI) e a favore degli iscritti alla cassa per le pensioni degli ufficiali giudiziari, degli aiutanti ufficiali giudiziari e dei coadiutori (CPUG)".
Tagli pesantissimi denunciano CGIL, FP e FLC.
Da un’analisi della CGIL, si può notare che per una pensione di vecchiaia nel 2024, con 35 anni di contribuzione e 67 anni di età ed una retribuzione di 30.000 euro annui lordi, si può raggiungere un taglio di 4.432 euro all’anno, che se proiettato fino all’attesa di vita media raggiunge un mancato guadagno pari a 70.912 euro.
Invece, con una retribuzione lorda di 40.000 euro, il taglio potrebbe raggiungere 5.910 euro all’anno, che se proiettato fino all’attesa di vita media si arriverebbe ad un taglio complessivo pari a 94.560 euro. Ancora più alto il taglio previsto nel caso di una retribuzione di 50.000 euro, dove la decurtazione annua peserebbe per 7.387 euro, con un taglio complessivo calcolato sull’attesa di vita media pari a 118.192 euro.
"Non solo sulle pensioni il Governo non darà risposte a giovani, donne e pensionati ma sta decidendo di fare cassa sulle pensioni dei pubblici - proseguono CGIL, FP e FLC -. Anche per questo motivo le ragioni della nostra mobilitazione si rafforzano a partire dagli scioperi già proclamati nelle prossime settimane, che vedono al centro il tema delle pensioni".
Nuove aliquote di rendimento art.32 – quota retributiva
E’ evidente che la differenza può raggiungere oltre il 20% dell’assegno per la quota retributiva, in particolare per le anzianità retributive più basse, come si evidenzia nella tabella sotto riportata – tabella C – che mette a confronto per ogni sinolo anno di anzianità la relativa differenza.
TABELLA C
Differenza rendimenti quota retributiva Anni |
Rendimenti attuali |
Rendimenti modificati art.32 |
Differenza |
1 |
0,24456 |
0,02500 |
0,21956 |
2 |
0,25093 |
0,05000 |
0,20093 |
3 |
0,25775 |
0,07500 |
0,18275 |
4 |
0,26502 |
0,10000 |
0,16502 |
5 |
0,27275 |
0,12500 |
0,14775 |
6 |
0,28093 |
0,15000 |
0,13093 |
7 |
0,28956 |
0,17500 |
0,11456 |
8 |
0,29865 |
0,20000 |
0,08965 |
9 |
0,30819 |
0,22500 |
0,08319 |
10 |
0,31819 |
0,25000 |
0,06819 |
11 |
0,32865 |
0,27500 |
0,05365 |
12 |
0,33955 |
0,30000 |
0,03955 |
13 |
0,35091 |
0,32500 |
0,02591 |
14 |
0,36273 |
0,35000 |
0,01273 |
15 |
0,37500 |
0,37500 |
0 |
In considerazione della differenza di aliquota di rendimento abbiamo preso a riferimento tre diverse retribuzioni annuali (30.000 – 40.000 – 50.000) per comprendere, a seconda dell’anzianità retributiva maturata, quanto potesse essere il taglio della quota retributiva.
TABELLA D
Taglio della pensione annuale Anni di anzianità retributiva |
Retribuzione 30.0000 euro lorde |
Retribuzione 40.0000 euro lorde |
Retribuzione 50.0000 euro lorde |
1 |
6586 |
8782 |
10978 |
2 |
6027 |
8037 |
10046 |
3 |
5482 |
7310 |
9137 |
4 |
4950 |
6600 |
8251 |
5 |
4432 |
5910 |
7387 |
6 |
3927 |
5237 |
6546 |
7 |
3436 |
4582 |
5728 |
8 |
2689 |
3586 |
4482 |
9 |
2495 |
3327 |
4159 |
10 |
2045 |
2727 |
3409 |
11 |
1609 |
2146 |
2682 |
12 |
1186 |
1582 |
1977 |
13 |
777 |
1036 |
1295 |
14 |
381 |
509 |
636 |
Nella tabella D si potrà notare che con anzianità retributiva di un anno si può raggiungere - per coloro che hanno un’anzianità di un anno - con 30.000 euro di retribuzione, un taglio di 6.586 euro, per 40.000 di 8.782 euro e per 50.000 di 10.978 euro.
Per anzianità più marcate il taglio diminuisce ma comunque è ancora molto significativo.
Infatti, per comprendere meglio, quanto esposto, prendiamo a riferimento una pensione di vecchiaia con decorrenza nel 2024 con 67 anni età e 35 anni di contribuzione, in questo caso il taglio può raggiungere, rispettivamente per retribuzioni da 30.000, 40.000 o 50.000, un taglio di 4.432 euro, 5.910 euro o 7.387 euro.
Ciò significherebbe, calcolando tale impatto sull’attesa di vita media, un taglio cumulato che potrà raggiungere per i casi sopra evidenziati, con retribuzione pari a 30.000 euro un minor guadagno pari a 70.912 euro, con 40.000 euro di retribuzione, un minor guadagno pari a 94.560 euro, con una retribuzione da 50.000 euro un minor guadagno pari a 118.192 euro.
La stangata sulle pensioni dei medici prevista dalla bozza di manovra è l’ennesimo attacco frontale ad una categoria che per tutta la vita ha pagato tasse e contributi fino all’ultimo spicciolo. Una categoria che con il proprio lavoro non solo si prende cura della salute dei cittadini, ma che, come evidenziato più volte da Cida, rientra in quel 13% di lavoratori che guadagnando più di 35mila euro l’anno si fa carico del 60% dell’Irpef. E tutto questo si somma al taglio del 10% dell’indicizzazione delle pensioni più alte, previsto sempre in manovra, che subiranno quindi una ulteriore riduzione.
Così in una nota Guido Quici, Vicepresidente Cida e Presidente Cimo-Fesmed. “Un atteggiamento persecutorio che sembra aver raggiunto il suo apice con questo provvedimento, sovvertendo qualsiasi forma di equilibrio tra i contributi versati in tanti anni di lavoro ed un riconoscimento previdenziale cui il pensionato ha diritto – dichiara - cambiare le carte in tavola in questo modo andando a penalizzare sempre e solo le stesse categorie crea sfiducia nelle istituzioni e nella politica in generale.
Anche questo Governo, come già fatto in passato, si accanisce allora contro i soliti noti facendo poco o nulla per recuperare quei 90 miliardi di gettito fiscale persi ogni anno a causa dell’evasione. Il risultato? Un prevedibile fuggi fuggi dal Ssn – conclude Quici – di tutti quei sanitari che invece avrebbero voluto continuare a lavorare, anche per abbattere le liste d’attesa”
Un attacco così feroce alle pensioni non ha precedenti nella storia di questo Paese, tra l’altro commesso proprio contro il personale sanitario, già martoriato prima da una devastante pandemia e poi dalla dilagante crisi del pubblico impiego, costretto a turni massacranti dal blocco delle assunzioni e con remunerazioni totalmente inadeguate, alla mercé di un’inflazione galoppante e nemmeno paragonabile al passo del privato e degli altri paesi europei. Questa norma, ovviamente, si ripercuoterà sulle piante organiche del SSN, svuotandole ancor di più per la fuga fino alla fine dell’anno di chi ha già maturato il diritto a pensione, in un momento già reso drammatico da una gravissima carenza di specialisti a causa della errata programmazione perpetrata per oltre un decennio. Anche chi ha riscattato la laurea ante-96 pagando decine di migliaia di euro per accrescere economicamente la propria pensione, contando sulle regole attuali, si ritroverà con una riduzione pensionistica assolutamente imprevedibile e inaccettabile. Adesso non resta che vedere, quando il testo definitivo sarà presentato alle Camere, cosa resterà di queste proposizione e quali altre condizioni saranno indicate per un futuro previdenziale sempre più grigio.
Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi
Per i periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995 si deve calcolare il 2,5 % per anno d’anzianità contributiva anche per chi ha compiuto 65-66 anni
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
"Le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione soffrono di una scarsa attrattività, dovuta a prospettive professionali limitate e a opportunità lavorative non adeguate"
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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