La copertura previdenziale dovrebbe essere assicurata dal 1° luglio scorso. Da quella data, dunque, dovrebbe essere conteggiata l’anzianità contributiva
Se si considera che l’Inps assicura molti medici (gli ospedalieri, i dipendenti di case di cura private, gli iscritti alla Gestione Separata) e che spesso in passato alcuni alti dirigenti hanno parlato di un assorbimento dell’Enpam da parte dell’Istituto, sembra quasi incredibile. Ma è tutto vero: per due categorie di medici che collaborano con l’Inps (i medici fiscali da una parte e i medici legali e quelli delle commissioni di controllo) sarà l’Inps a dover versare la contribuzione all’Enpam.
La categoria più numerosa è senza dubbio quella dei medici fiscali. Si tratta di quei professionisti che lavorano per la struttura accentrata Inps, competente per le visite mediche di controllo dei dipendenti sia pubblici sia privati, denominata appunto Polo unico per le visite fiscali, entrata in vigore il 1° settembre 2017, ai sensi dell’art. 55-septies, comma 2-bis, del Decreto Legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Essi sono confluiti nella Gestione previdenziale dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e addetti ai servizi di continuità assistenziale ed emergenza territoriale e dei transitati alla dipendenza, che fa riferimento al Fondo della medicina convenzionata e accreditata. Il 19 settembre scorso i Ministeri vigilanti hanno appunto approvato la delibera del Consiglio di Amministrazione dell’Enpam n. 71 del 15 settembre 2022 recante Tutela previdenziale dei medici di controllo INPS. Versamento della contribuzione al Fondo della medicina convenzionata ed accreditata.
Secondo le notizie attualmente in possesso, la copertura previdenziale dovrebbe essere assicurata dal 1° luglio scorso. Da quella data, dunque, dovrebbe essere conteggiata l’anzianità contributiva (se convalidata dal versamento dei relativi contributi) e dovrebbero essere attivate le tutele più significative (in primis, quella della malattia, cui finora questi medici non hanno avuto diritto).
Sul versante previdenziale, la Convenzione che la categoria ha strappato alla controparte è migliorativa rispetto agli altri colleghi iscritti alla medesima gestione. Se infatti un normale medico di famiglia nel 2023 versa all’Enpam un contributo del 25%, di cui il 10,375% a carico della Asl ed il 14,625% a carico del professionista, il medico fiscale Inps, a fronte della stessa aliquota complessiva del 25%, può contare su una quota del 13% corrisposta dell’Inps, da integrare con il 12% a proprio carico.
Anche i medici Inps, come gli altri medici della gestione, possono optare per il cosiddetto contributo con aliquota modulare, incrementando cioè l’aliquota contributiva a proprio carico di un punto intero percentuale fino ad un massimo di cinque punti. Questa scelta si esercita al massimo una volta l’anno entro il 31 gennaio. L’aliquota resta confermata negli anni successivi in assenza di comunicazione di variazione da effettuarsi eventualmente entro la stessa data.
A differenza di quanto avviene per i medici di famiglia, per i quali il versamento dei contributi è trimestrale, in questo caso l’Inps corrisponde la contribuzione con cadenza mensile. Anche per i medici fiscali, come per i medici di medicina generale, è inoltre previsto un ulteriore contributo dello 0,72% dei compensi, per la copertura dei pregiudizi economici derivante dagli eventi di malattia e di infortunio, anche in relazione allo stato di gravidanza, e dalle conseguenze economiche di lungo periodo: di qui anche la copertura assicurativa dei primi trenta giorni di malattia, con la stipula di un’apposita assicurazione.
Sul versante pensionistico, i requisiti per le prestazioni sono i medesimi della gestione di iscrizione, e cioè 62 anni di età e 35 di contributi (o 42 anni di contributi) per la pensione anticipata e 68 anni di età per quella di vecchiaia. Trattandosi di una categoria recentemente iscritta, è verosimile ritenere che sarà difficile per soggetti già in attività da qualche tempo acquisire il diritto al trattamento anticipato. In questo caso, però, soccorre la totalizzazione interna Enpam: buona parte di questi professionisti, prima della convenzione, produceva reddito libero professionale e, com’è noto, l’anzianità contributiva presso la Quota B è utile per il diritto (non per la misura) della pensione della Gestione dei medici di famiglia.
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