Aliquota dimezzata e ridotta: chi può averne diritto e le modalità per fruirne
Dopo gli incrementi progressivi legati alla Riforma Fornero, l’aliquota ordinaria per il versamento del contributo al Fondo della libera professione – Quota B del Fondo di previdenza generale dell’Enpam si è portata al 19,50%, un livello piuttosto elevato. In soldoni, un medico autonomo con circa 100.000 euro di imponibile deve versare annualmente all’Enpam un contributo di 19.500 euro, compreso il contributo minimo obbligatorio alla Quota A del Fondo generale.
Non si tratta certo di importi trascurabili, e tale situazione ha quindi generato nei medici l’esigenza, da un lato di procedere ad una spiccata rateazione (ora il contributo di Quota B si può diluire in nove rate mensili da ottobre a giugno), dall’altro di trovare meccanismi per pagare meno.
L’aliquota dimezzata può essere utilizzata innanzitutto dai medici e dagli odontoiatri convenzionati e accreditati (medici di famiglia, specialisti ambulatoriali, specialisti esterni); poi dagli iscritti all’Inps che non svolgono attività intramuraria, dagli iscritti alla scuola di specializzazione, e infine da tutti i medici che percepiscono una pensione. L’aliquota ridotta è invece riservata agli ospedalieri che hanno svolto attività intramoenia ed ai tirocinanti del corso di formazione in medicina generale. Ad estendere, anche se di poco, questa ridotta platea di fortunati, ci ha tuttavia pensato il Centro Studi dell’Enpam, che ha delineato alcune casistiche relative a professionisti che sul loro reddito libero professionale possono pagare anche loro l’aliquota ridotta del 2 per cento.
La prima categoria su cui si è pronunciato il Centro Studi è stata quella degli specialisti ambulatoriali interni, che possono svolgere libera professione intramuraria in virtù dell’art. 42 dell’Accordo Collettivo Nazionale: tale norma consente loro l’intramoenia per prestazioni concordate, fuori dell’orario di servizio, in giorni ed orari prestabiliti, e su questo reddito è dunque consentito versare il contributo ridotto del 2%.
Altra categoria "fortunata" è quella degli specializzandi e dei dottori di ricerca, sempre a patto che svolgano attività intramuraria. I medici in formazione specialistica possono infatti svolgere attività libero professionale di questo tipo, in base all’art. 40 del Decreto Legislativo 368/99. Un analogo permesso ce l’hanno i medici iscritti a un dottorato di ricerca, in virtù della nota 436/2014 del MIUR. Ovviamente in entrambi i casi deve sussistere un consenso espresso dell’azienda ospedaliera in cui fanno formazione o ricerca.
La cartina al tornasole della produzione di un reddito da attività intramuraria è data dalla presenza di un importo al punto 4 della Certificazione Unica (il vecchio modello 101). Quel reddito è proprio il compenso dell’intramoenia ed è la chiave per sfruttare l’aliquota ridotta del 2% su tutti i redditi non soggetti ad altra forma di contribuzione (com’è noto, ad esempio, il compenso vero e proprio degli specializzandi è attualmente soggetto a contribuzione Inps).
In tempo di denuncia del reddito libero professionale all’Enpam (il termine scade il 31 luglio), è sempre il caso di ricordare che se si vuole cambiare l’aliquota di prelievo (essendo in possesso dei requisiti per farlo), occorre indicarlo in un modulo specifico prima di compilare il Modello D. Questo modulo si trova nell’area riservata del sito, cliccando su Domande e dichiarazioni online e scegliendo la voce Contribuzione ridotta. In questo modo il contributo da versare sarà calcolato con l’aliquota richiesta.
Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi
Per i periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995 si deve calcolare il 2,5 % per anno d’anzianità contributiva anche per chi ha compiuto 65-66 anni
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
"Le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione soffrono di una scarsa attrattività, dovuta a prospettive professionali limitate e a opportunità lavorative non adeguate"
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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