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Un consumo leggero di alcol riduce lo stress e i rischi di infarto

Nutrizione Redazione DottNet | 14/06/2023 15:08

Lo rivela un nuovo studio del Massachusetts General Hospital

Che si tratta di birra o vino, un leggero consumo di alcol quotidiano riduce i rischi di eventi cardiaci importanti come ictus ed infarti del 20% nella popolazione generale, e addirittura giunge al -40% tra le persone che soffrono di ansia e paure varie: un nuovo studio del Massachusetts General Hospital ritiene di aver scoperto finalmente la ragione dei noti benefici dell' alcol in moderazione sulla salute cardiovascolare. Un consumo lieve pari a non più di un bicchiere al giorno per le donne e due per gli uomini - spiega il rapporto guidato da Ahmed Tawakol, direttore del dipartimento immagini dell' ospedale - diminuisce l'ansia, rilassa il sistema nervoso e influisce le attività del cervello.

   L' effetto positivo non dipende dunque da alterazioni indotte dall' alcol sul sangue, alla pressione sanguigna o sul colesterolo, ma direttamente dal suo impatto sul cervello. Gli studiosi lo hanno verificato analizzando con risonanza magnetica cerebrale centinaia di persone le cui abitudini erano state seguite e registrate nella Biobank' del Mass General Brigham hospital.  Tra i dati emersi: le persone che bevevano in media meno di 14 drink a settimana hanno mostrato probabilità decisamente inferiori di avere un infarto o un ictus di chi non beveva affatto. 

Inoltre, le analisi cerebrali hanno evidenziato tra i bevitori leggeri o moderati una risposta allo stress dell' area della amigdala decisamente più bassa della norma, in proporzione diretta alla diminuzione delle sensazioni di ansia e paura: in questi individui , inoltre, si sono verificati meno eventi cardiaci avversi.   "Per la precisione - ha spiegato Taewakol - la riduzione delle probabilità di infarti e ictus è risultata del 20% per tutti e del 40% per le persone che soffrivano di ansia". Gli studiosi mettono però in guardia dal fatto che l'uso di alcol, anche lieve, continua ad essere associato ad un aumento dei marker di infiammazione e dei rischi di cancro.

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