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Fibrillazione atriale, c'è una nuova tecnica di ablazione utilizzata all'ospedale Mazzoni

Cardiologia Redazione DottNet | 16/04/2025 17:56

Il successo della procedura non dipende dal tipo di energia utilizzata per l'ablazione come dimostrano i recenti studi. "Pensiamo, quindi, che più di energia sia una questione di strategia"

Nuova tecnica di ablazione della forma persistente di fibrillazione atriale: l'unità operativa di elettrofisiologia dell'ospedale 'Mazzoni' ha presentato, all'ultimo congresso europeo di aritmologia (EHRA 25) che si è svolto a Vienna, i risultati ottenuti attraverso l'adozione di questa procedura.   "È stato motivo di grande orgoglio presentare i risultati preliminari dei nostri progetti su una nuova tecnica di ablazione della forma persistente di fibrillazione atriale, che è le più difficile da trattare - dice Marchese - da oltre dieci anni le nostre ricerche siano selezionate dal comitato scientifico della società europea di aritmologia.

 Il successo della procedura non dipende dal tipo di energia utilizzata per l'ablazione - spiega l'aritmologo del 'Mazzoni' -, come dimostrano i recenti studi clinici che hanno evidenziato che il caldo, il freddo e la nuova energia pulsata si equivalgono.
  Pensiamo, quindi, che più di energia sia una questione di strategia".   Dal 2020 l’unità operativa complessa di cardiologia diretta da Pierfrancesco Grossi, dell’Ast di Ascoli, lavora a un protocollo che prevede l’iniezione di alcol nella vena di Marshall, da eseguire prima dell’ablazione della fibrillazione atriale. "Abbiamo ‘importato’ – conclude Marchese - la tecnica dal Centro ospedaliero universitario di Bordeaux, faro dell’elettrofisiologia mondiale, e nel corso di questi anni abbiamo perfezionato alcuni aspetti tecnici della procedura che potrebbero risultare importanti per migliorarne ulteriormente l’efficacia e la sicurezza in modo da consolidarla come pratica standard nel trattamento delle forme persistenti di fibrillazione atriale".

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