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Cumulo pensionistico: focus su alcuni aspetti poco conosciuti

Previdenza Redazione DottNet | 17/05/2023 17:17

È sempre il momento giusto per parlare del cumulo gratuito dei contributi a fini previdenziali, lo strumento che sta consentendo a molti medici (soprattutto se hanno attivato il riscatto degli anni di laurea) di pensionarsi anche a 61 o a 62 anni,

È sempre il momento giusto per parlare del cumulo gratuito dei contributi a fini previdenziali, lo strumento che sta consentendo a molti medici (soprattutto se hanno attivato il riscatto degli anni di laurea) di pensionarsi anche a 61 o a 62 anni, dribblando le limitazioni della legge Fornero, che li avrebbe costretti ad attendere il sessantasettesimo anno di età. In questo caso, cerchiamo di far luce su alcuni particolari aspetti, oggetto di particolare interesse.

Totalizzazione e cumulo a confronto. Prima che il cumulo venisse esteso anche ai contributi versati alle Casse dei liberi professionisti, lo strumento principe per agganciare la pensione era la totalizzazione, che però dopo è stata surclassata dal nuovo istituto. La totalizzazione è gratuita come il cumulo, ma rispetto ad esso ha due grandi difetti: il primo è che i requisiti per maturare la pensione, considerando anche una finestra di uscita (cioè di attesa) che per i liberi professionisti è di ben 21 mesi per l’anticipata e di 18 mesi per la vecchiaia, sono quasi sempre meno favorevoli per gli interessati; il secondo, molto più pesante, è che la parte di pensione Inps viene calcolata tutta con il sistema contributivo, com’è noto molto meno premiante del retributivo.

Cumulo e pensione di inabilità. Il medico e l’odontoiatra iscritto alle gestioni dell’Enpam, per ottenere la pensione di inabilità, deve essere stato riconosciuto inabile in modo assoluto e permanente all’esercizio della professione dalla commissione medica dell’Ordine di appartenenza. Nel caso in cui risulti iscritto a più gestioni previdenziali, può scegliere presso quale Ente presentare la domanda di pensione in cumulo. In questo caso, l’accertamento sanitario sarà disposto dall’Ente dove è stata presentata la domanda. La decorrenza della pensione è fissata al mese successivo alla cessazione dell’attività; in caso di attività già cessata, invece, la pensione partirà dal mese successivo alla presentazione della domanda.

Domanda di pensione in cumulo. La domanda di cumulo (a differenza della maggior parte delle domande Enpam oggi presentabili online dall’Area Riservata) si può presentare soltanto in modalità cartacea con l’apposita modulistica scaricabile dall’area pubblica del sito dell’Enpam; oppure presso un patronato, oppure ancora tramite l’Ordine dei Medici di appartenenza (unica modalità possibile in caso di pensione di inabilità). Quando va presentata? Gli iscritti in attività in possesso di tutti i requisiti debbono farla entro il mese di cessazione dell’attività professionale, ove richiesta: l’Inps consiglia di presentarla circa tre mesi prima della potenziale decorrenza, per consentire l’istruzione anticipata ed una più celere liquidazione della pensione. I superstiti, ovviamente, la presenteranno dopo il decesso dell’iscritto. Importante sapere che, in deroga al principio che non si può accedere al cumulo se si è già titolari di un trattamento pensionistico, la titolarità di una pensione diretta da parte del familiare superstite non preclude la pensione indiretta in regime di cumulo.

A chi si presenta la domanda di cumulo? All’ultimo ente pensionistico presso il quale si è iscritti (o si è stati iscritti). Se invece si è iscritti contemporaneamente a due enti previdenziali (ad esempio all’Inps e all’Enpam per un medico ospedaliero infrasessantottenne) l’iscritto può scegliere a quale dei due presentare la domanda, ed esso diventerà ente istruttore, cioè gestirà la relativa procedura.

Come avviene il pagamento della pensione. L’assegno, comprensivo di tutte le quote calcolate dai diversi enti, viene versato esclusivamente dall’Inps in 13 mensilità. L’importo a carico dell’Enpam, che non corrisponde la tredicesima, viene determinato nel suo ammontare annuo e poi suddiviso in 13 ratei mensili. La pensione in cumulo viene pagata sempre dall’Inps, anche quando non ci sono somme a suo carico.

Il cumulo e il TFR o TFS. Per i dipendenti pubblici e degli enti pubblici di ricerca che si avvalgono della facoltà di cumulo dei periodi assicurativi al fine di ottenere la pensione anticipata, i termini di pagamento delle indennità di fine servizio, comunque denominate, iniziano a decorrere dal compimento dell’età prevista per il pensionamento di vecchiaia. In tal caso, quindi, l’indennità di fine servizio viene corrisposta agli aventi diritto dopo dodici mesi, ed entro i successivi novanta giorni, decorrenti dal raggiungimento del requisito anagrafico previsto per la pensione di vecchiaia (attualmente, 67 anni). Su questo punto, comunque, date le molte proteste degli interessati, che a volte debbono aspettare anche cinque anni per iniziare a percepire la liquidazione, sembra che il Governo stia avviando un parziale ripensamento.

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