Nuovi studi italiani migliorano prevenzione, diagnosi e follow up
"Identificare il paziente a rischio è prioritario. Su questo hanno lavorato gli epatologi italiani, offrendo alla Medicina Generale e agli altri specialisti strumenti utili per riconoscere i rischi di malattia metabolica e per gestire al meglio i follow up" sottolinea la Prof.ssa Vincenza Calvaruso, Comitato Scientifico AISF La prevalenza di steatosi epatica, spesso nota come fegato grasso o con l’acronimo NAFLD (Non Alcoholic Fatty Liver Disease, Steatosi epatica non alcolica) è in continuo aumento. Colpisce circa il 25% della popolazione in età adulta, arrivando a oltre il 50% tra i soggetti obesi o diabetici. Con la NAFLD aumentano anche i rischi di evoluzione in NASH (la steatoepatite non alcolica, Non Alcoholic Steato-Hepatitis) e di complicanze, fino a cirrosi scompensata e tumore del fegato. Le cause sono obesità, invecchiamento della popolazione, diffusione del diabete mellito di tipo 2, consumo di cibi processati.
LE MALATTIE METABOLICHE AL CENTRO DEL CONGRESSO AISF – I dati allarmanti in tema di steatosi epatica hanno stimolato l’impegno degli epatologi italiani. Numerosi studi sul tema, volti a identificare marcatori diagnostici accurati e indicatori prognostici, sono stati al centro del 55° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato, AISF, tenutosi a Roma il 16-17 marzo.
DALL’UNIVERSITA’ DI PALERMO UNO STUDIO PER MIGLIORARE LE DIAGNOSI - La NASH si caratterizza per comorbidità come obesità, cardiopatie e soprattutto diabete. Proprio sulla compresenza di NASH e diabete, patologie spesso concomitanti, si è incentrato lo studio multicentrico dell’Università di Palermo. "Questo è il primo studio internazionale eseguito nei pazienti con NAFLD e diabete che valuta l’accuratezza diagnostica dei test non invasivi per la diagnosi fibrosi avanzata, che rappresenta il principale driver per lo sviluppo delle complicanze epatiche ed extra-epatiche – sottolinea Grazia Pennisi, Università degli Studi di Palermo – La stadiazione della fibrosi viene eseguita tramite biopsia epatica, metodo che risulta però invasivo e dunque non sempre utilizzabile poiché uno strumento invasivo, soprattutto considerando la frequenza di questa malattia. Da qui la necessità di test più semplici e non invasivi per definire gli stadi della malattia. Lo studio, che ha visto arruolati 1780 pazienti, ha individuato il test migliore per rilevare la severità di fibrosi epatica nella misurazione della stiffness epatica con Fibroscan®, che si è dimostrato quello con maggiore accuratezza diagnostica, seppur una piccola parte di paziente ricadano in un’area di incertezza diagnostica detta "aria grigia". Tuttavia, al di fuori dei centri epatologici specializzati, non sempre questo macchinario è disponibile: in questi casi il FIB-4 si è mostrato il test più specifico e soprattutto è molto semplice da calcolare in qualsiasi setting perché richiede l’utilizzo di poche variabili, tra cui esami bioumorali, e solo nel caso di incertezza diagnostica, indirizzare il paziente verso un centro di riferimento dove Fibroscan® sia disponibile e dunque sia possibile eseguire la misurazione della stiffness epatica".
DALL’UNIVERSITÀ DI TORINO UNO STUDIO SU POTENZIALI BIOMARCATORI DI DANNO EPATICO NEI PAZIENTI CON LA NAFLD – Dall’Università di Torino arriva uno studio volto a identificare i pazienti con NAFLD che sono più a rischio di progredire verso una malattia di fegato avanzata. "Negli ultimi anni è emersa anche la necessità di individuare dei biomarcatori, cioè molecole che possano predire l’insorgenza di un’alterazione metabolica – spiega Marta Guariglia, assegnista di ricerca Università degli Studi di Torino – Ad oggi abbiamo a disposizione solo la biopsia, che però è uno strumento molto invasivo. Lo studio del nostro centro su 200 pazienti con NAFLD e danni epatici di diverso grado ha individuato il legame tra la proteina IP10 e diversi meccanismi di infiammazione: abbiamo notato che i pazienti con NAFLD e una danno epatico più avanzato presentano livelli di IP10 più alti. Individuare la presenza di questa proteina è molto semplice, in quanto basta analizzare il plasma da un semplice prelievo di sangue: un controllo che può essere suggerito dal medico di famiglia quando si noti una predisposizione per un’alterazione metabolica. Questa proteina, infatti, potrebbe essere utile per identificare preventivamente la progressione del danno epatico. Serviranno comunque ulteriori studi per capire se questa proteina, insieme ad altre molecole, possa creare un modello più efficace per impedire il progredire di NASH, che si conferma prevalente nei soggetti obesi, diabetici o con insulino-resistenza".
Circa 200 medici riuniti, in presenza e in diretta streaming, per discutere degli esiti della Legge 130/2023, prima e unica al mondo ad avviare uno screening per celiachia e diabete di tipo 1 su bambini da 2 a 10 anni
Le malattie del fegato rappresentano un’emergenza epidemiologica e clinica sia a livello mondiale che nazionale, con forte impatto economico per il Servizio Sanitario Nazionale
Il protocollo avrà durata di 5 anni e nello specifico la sinergia sarà finalizzata ad accrescere la qualità dell’assistenza garantendo un approccio globale al paziente e perseguendo processi di umanizzazione delle cure
Dopo i 30 della prima edizione messi a dimora altri alberi donati dai Carabinieri per la Tutela della Biodiversità in 32 Ospedali Italiani. Ogni pianta potrà essere geolocalizzata fotografando uno speciale cartellino
Diminuiscono le probabilità di avere almeno due patologie assieme
"Nel mondo reale rallenta la malattia nel 50% dei pazienti"
Zooprofilattico Venezie, più vigilanza sui rischi biologici
Ha effetti positivi sui grassi e gli zuccheri nel sangue
“Nella convenzionata questa tassa vale oltre 160 milioni di euro l’anno su farmaci che, per oltre il 30% hanno un prezzo ricavo industria di qualche euro, quando ci arriva”
"Esigua adesione allo sciopero, grazie a medici e infermieri per il loro impegno"
Inaugura il modello per il riconoscimento delle altre terapie complementari
Il Sound Behavioral Detection è in grado di rilevare modelli sonori associati a costrizione, rabbia o paura ed agire ed attivare l’immediato intervento delle Guardie giurate
Commenti