Fimmg: provvedimento di buon senso. Anelli: solo un palliativo. Enpam: siamo pronti
Approvato in prima lettura dall'aula del Senato il decreto milleproroghe. Il testo passa ora all'esame della Camera. Il governo è intenzionato a porre la questione di fiducia durante il passaggio a Montecitorio secondo quanto emerso dalla conferenza dei capigruppo di questa mattina. La richiesta è attesa martedì 21 febbraio, per essere votata mercoledì 22, a partire dalle ore 18.30. Il via libera al provvedimento dovrebbe arrivare il giorno dopo. Ricordiamo che il testo scade il 27 febbraio. Via libera, dunque, alla pensione a 72 ani per medici di famiglia e pediatri libera scelta (fino al 31 dicembre 2026) con l'obiettivo di far fronte alle esigenze del Ssn e garantire i Lea, in assenza di offerta di personale medico convenzionato collocabile.
La possibilità per i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta, introdotta dal Milleproroghe, di posticipare la pensione a 72 anni "è un provvedimento di buon senso rispetto alle attuali carenze, perché sappiamo che non arriveranno nuovi colleghi immediatamente.
"Un palliativo, di buon senso sicuramente, ma di fronte a difficoltà oggettive per la medicina generale servono risposte concrete. E questa possibilità introdotta con il Milleproroghe non credo sia sufficiente", spiega all'Adnkronos Salute Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri), commenta il via libera del Senato al decreto Milleproroghe che prevede per le aziende del Servizio sanitario nazionale fino al 31 dicembre 2026 la possibilità trattenere in servizio, a richiesta degli interessati, medici di famiglia e pediatri di libera scelta in regime convenzionato col Ssn fino al compimento del 72esimo anno di età.
Secondo Anelli, il tema centrale "è quello della scarsa attrattività del Ssn per i giovani medici" e poi "il fenomeno diciamo così un po' anomalo del prepensionamento, altro indicatore importante delle difficoltà che hanno i medici nel lavorare con una mole di attività, burocratiche e amministrative, che prende metà del loro tempo - avverte il presidente della Fnomceo - I giovani medici che entrano si ritrovano davanti queste difficoltà e spesso mollano subito. I sindacati di categoria hanno registrato che oggi un medico di famiglia arriva ad avere anche 13-16mila contatti in un anno. Numeri che danno il senso e la dimensione di quello che sta avvenendo nella medicina generale: c'è un senso di solitudine del medico - rimarca Anelli - rispetto alla richiesta enorme di prestazioni, consigli, risposte, che il cittadino chiede. Per questo oggi pensare di introdurre la possibilità di rimanere a lavoro fino a 72 anni è un palliativo. Non è la soluzione a un problema molto ampio, complesso e legato anche alle risorse".
Le risposte possono arrivare dal ministro della Salute, Orazio Schillaci? "Il ministro ha espresso su questo tema idee che condividiamo - risponde il numero uno dei medici - E' sul 'pezzo', ma dobbiamo anche vedere cosa ne pensa il Mef", precisa Anelli. "Nel 2012 - ricorda - l'allora ministro della Salute Balduzzi aveva introdotto i modelli organizzati della medicina generale, ma se non ci sono le risorse come fa un medico a pagare la segretaria o l'infermiere che lo aiutano nello studio?".
L'Enpam è comunque pronta a recepire l’eventuale norma che permetterà, ai medici convenzionati disponibili, di restare in servizio fino a 72 anni nell’attesa che arrivino giovani a sostituirli. "Questa misura straordinaria sembra inevitabile per il Servizio sanitario nazionale e, per quanto questo possa essere controintuitivo, è nell’interesse dei giovani medici – dice il presidente dell’ente di previdenza dei camici bianchi Alberto Oliveti –. Data l’attuale carenza, senza un prolungamento provvisorio per i convenzionati anziani, infatti, tanti cittadini rischierebbero di restare senza servizio pubblico, mentre i futuri medici di famiglia vedrebbero scomparire i loro spazi professionali poiché nel frattempo, come abbiamo già visto accadere, verrebbero occupati da medici importati da Paesi extra-europei se non addirittura cancellati da riorganizzazioni forzate dell’assistenza primaria. I danni per le prospettive lavorative e previdenziali dei giovani sarebbero evidenti".
Sono ormai abbastanza numerosi, anche fra i medici e gli odontoiatri, i casi in cui, al momento della morte del professionista, il diritto alla pensione a superstiti venga attribuito ad un suo nipote, anche in presenza di genitori viventi.
A partire dal 2027 la Ragioneria reputa possibile un aumento di tre mesi dei requisiti necessari per il pensionamento, sia di vecchiaia sia anticipato
Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi
"L’introduzione del ruolo unico per i medici in formazione, senza un impianto normativo chiaro e condiviso, avrebbe generato confusione, disuguaglianze e criticità organizzative"
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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