Il cumulo conviene soltanto quando è necessario, cioè quando, se non lo si aziona, non si acquisisce nessun diritto a pensione oppure si rischiano di perdere spezzoni contributivi
Cumulo sì, cumulo no. Molti i medici che continuano a interrogarsi su quale effettivamente sia la soluzione più confacente ad assicurare una pensione confacente. Un lettore, per esempio,di 64 anni ( dipendente ex Inpdap dal 1 maggio 1985 al 30 novembre 2009. Dal 1 ° Dicembre 2009 a tutt'oggi specialista ambulatoriale) e con ancora 4 anni di attività davanti a se, chiede se è conveniente il cumulo o addirittura pensare a 2 pensioni separate.
Cominciamo col dire che il cumulo conviene soltanto quando è necessario, cioè quando, se non lo si aziona, non si acquisisce nessun diritto a pensione oppure si rischiano di perdere spezzoni contributivi.
Nel caso prospettato dal lettore, non c'è nessuna esigenza di azionare il cumulo ed è meglio lasciare separati i due trattamenti. Al compimento dei 67 anni, visto che ci sono più di 20 anni di contributi pubblici (oltre 24), il medico potrà iniziare a percepire la pensione dell'Inps, presentando la relativa domanda tre mesi prima e continuando a svolgere l'attività convenzionata da specialista ambulatoriale.
E' importante che continui a farlo almeno fino al compimento dei 68 anni di età, perchè altrimenti sulla Gestione Specialisti Ambulatoriali avrebbe meno di 15 anni di contributi e rischierebbe di non avere diritto a pensione, mentre, lavorando fino almeno alla data di compimento dei 68, questo requisito non è più necessario. A quel punto potrà decidere di lasciare l'attività o proseguirla fino a 70 anni, come consentito dalle attuali convenzioni. Alla cessazione, presenterà domanda per la seconda pensione. A 68 anni maturerà il diritto anche alla pensione di Quota A del Fondo di previdenza generale dell'Enpam, nonché a quella di Quota B, se ha svolto attività libero professionale pura, pensioni che andranno richieste a parte, con domande separate.
Nel 2027-2028 i requisiti per la pensione dovrebbero aumentare di tre mesi: l’età richiesta per la pensione di vecchiaia passerebbe a 67 anni e 3 mesi
Per i periodi lavorati fino al 31 dicembre 1995 si deve calcolare il 2,5 % per anno d’anzianità contributiva anche per chi ha compiuto 65-66 anni
"I limiti di tempo massimi, entro i quali deve essere garantita una prestazione ambulatoriale, prescritta con ricetta rossa e dematerializzata, variano a seconda del grado di priorità"
"Le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione soffrono di una scarsa attrattività, dovuta a prospettive professionali limitate e a opportunità lavorative non adeguate"
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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