L'ipotesi è sul tavolo della ministra Calderone: l'incentivo per evitare che i reparti si svuotino
Si accelera sulla riforma delle pensioni, con un occhio in particolare ai medici per evitare che con gli incentivi si svuotini i reparti. Al centro di tutto ci sarà, secondo lo studio quasi definitivo del Governo, quota 41 ovvero gli anni di contributi matura sufficienti a lasciare il proprio lavoro, indipendentemente dall’età anagrafica. Nella prima fase però l'opzione sarà calmierata, cioè sartà necessario aver compiuto un certo numero di anni: c'è chi parla di 61 con un range che arriva fino ai 63.
Nella manovra è previsto un premio per chi rinvia l'uscita dal lavoro dopo i 63 anni con una busta paga più pesante di circa un terzo: Anche su questo si sta lavorando con le parti sociali per mettere a punto una norma ben precisa con diversi temi sul tavolo. per quanto riguarda i medici l’ipotesi che è allo studio per favorire il posticipo dei pensionamenti non prevederebbe una soglia rigida di 63 anni per beneficiare dell’incentivo. La soglia effettiva sarebbe rappresentata dai requisiti minimi previsti per l’accesso alla pensione fissati per le singole categorie che sarebbero interessate dal meccanismo di decontribuzione. Attualmente, ad esempio, una parte della platea dei medici può optare per l’uscita dal lavoro anche con 62 anni d’età e 35 di contribuzione oppure con 42 anni di versamenti (riscatti inclusi) a prescindere dall’età anagrafica. E saranno proprio i camici bianchi i primi a essere interessati dal provvedimento per evitare che la loro presenza nelle strutture ospedaliere si riduca ulteriormente.
I sussidi, che possono arrivare fino a 8mila euro a figlio, servono per sostenere le spese per il primo anno di vita dei nuovi nati, o per i primi 12 mesi di ingresso nel nucleo familiare, nel caso di affidamenti e adozioni
Le liste d'attesa non si accorciano, anzi. Subito soluzioni condivise con gli operatori
Merzagora: "Fondazione Onda ETS rinnova il suo impegno nell’informazione, la prevenzione e la cura al femminile: una causa che sentiamo da quando l'allora Ministro Beatrice Lorenzin istituì la giornata dedicata alla salute femminile"
L’Inps, con la circolare n. 57 dell’11 marzo 2025, fornisce delle indicazioni proprio in merito al riconoscimento della tutela previdenziale della malattia ai lavoratori titolari di un trattamento pensionistico che avviano un nuovo rapporto di lavoro
Se il medico o l’odontoiatra dipendente, a 65 anni di età, ha raggiunto il diritto alla pensione (cioè ha 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva più tre mesi di finestra se uomo e 41 anni e 10 mesi se donna), deve essere collocato a riposo
Quando ad essere accentrati sono periodi contributivi particolarmente lunghi, il costo può diventare importante e divenire un deterrente spesso insuperabile
L’integrazione, in Enpam, è curata dal Servizio Trattamento Giuridico e Fiscale delle Prestazioni, dell’Area della Previdenza.
Il cedolino è già disponibile, mentre i pagamenti partiranno a inizio mese
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