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Fimmg, medici di famiglia in difficoltà ma diciamo no allo stato di agitazione

Sindacato Redazione DottNet | 06/02/2022 17:18

Scotti: "Riteniamo che nel corso di un'emergenza non si possa indire uno stato di agitazione della categoria, pur sottolineando la necessità rapida di un confronto con le istituzioni per arrivare a meccanismi di semplificazione delle procedure e del

Scotti: "Riteniamo che nel corso di un'emergenza non si possa indire uno stato di agitazione della categoria, pur sottolineando la necessità rapida di un confronto con le istituzioni per arrivare a meccanismi di semplificazione delle procedure e delle certificazioni Covid"

'Cittadini rischiano di essere danneggiati da proteste, aprire al più presto tavoli per soluzione' "I medici di famiglia, in questa fase pandemica, sono certamente in grave difficoltà, lasciati soli con un carico enorme, soprattutto burocratico, di richieste da parte dei pazienti, in particolare in questa ultima ondata di Covid-19. Riteniamo però che nel corso di un'emergenza non si possa indire uno stato di agitazione della categoria, pur sottolineando la necessità rapida di un confronto con le istituzioni per arrivare a meccanismi di semplificazione delle procedure e delle certificazioni Covid". Così all'Adnkronos Salute, Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), sindacato maggioritario dei medici di famiglia, in merito all'agitazione proclamata da altre sigle sindacali. "Condividiamo con gli altri sindacati - continua - la parte che riguarda la necessità di liberare la medicina generale dai lacci e lacciuoli rispetto alle procedure legate al Covid. Ma questo tipo di protesta non deve andare a danno dei cittadini con uno stato di agitazione o addirittura, successivamente, se le sigle in agitazione ne avranno il coraggio, in uno sciopero.

Come Fimmg continuiamo a voler essere a fianco dei cittadini. E, per questo motivo, poniamo alla politica il problema della semplificazione burocratica, ma crediamo che in questo momento le proteste non sarebbero capite dalla popolazione verso la quale noi riteniamo fondamentale il rapporto fiduciario, che è segno imprescindibile della nostra stessa professione e che non possiamo spezzare". Con l'agitazione sindacale "si rischia, infatti, di fare un danno ai cittadini e non alla politica come dovrebbe essere. Pensiamo sia più giusto informare i cittadini sulle reali responsabilità delle procedure farraginose che rischiano di limitare l'assistenza che gli è dovuta", conclude Scotti, rilanciando l'idea "di aprire al più presto dei tavoli per arrivare a soluzioni organica, con la costituzione di microteam che, grazie alla presenza, per esempio di collaboratori, permetterebbero di distribuire anche il carico burocratico". 

Servono sistemi di semplificazione informatica, con il calo della curva pandemica si riduce, lentamente, anche il numero di positivi seguiti dai medici di famiglia che aveva registrato nelle ultime settimane percentuali anche doppie di assistiti infettati da Sars-Cov-2 rispetto alle altre ondate, con un aumento elevatissimo del carico di lavoro più volte denunciata dei rappresentati dio categoria. "Quello che non si riduce però è il carico burocratico, perché la massa di positivi in età lavorativa sta producendo una richiesta di procedure e certificazioni enorme che assorbe molte ore ed energie e fa crescere il disagio dei professionisti che devono dare risposte ai loro assistiti". Lo spiega all'Adnkronos Salute Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) secondo il quale "servono, rapidamente, sistemi di semplificazione informatica". "Non si capisce, per esempio, perché sistemi informatici che formalizzano l'isolamento non possono essere trasmessi direttamente all'Inps per giustificare che quel paziente è in isolamento per Covid. Abbiamo bisogno, al più presto possibile, di una semplificazione perché i cittadini hanno noi come unico punto di riferimento per i chiarimenti che, molte volte, non siamo in grado di dare rispetto a tutti i profili. Per esempio: ci chiedono certificati di guarigione che però non possiamo produrre senza un attestato di isolamento che, in linea teorica, dovrebbe fare il Dipartimento di prevenzione, perché l'isolamento è una procedura di polizia sanitaria". I dipartimenti però "non ce la fanno a fare tutto". E, tra le tante procedure necessarie, "si crea il caos". I medici di famiglia, inoltre, "non hanno 'un numero rosso' a cui chiamare quando c'è un caso limite di un paziente da risolvere", conclude.

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