E' il risultato di uno studio UniTrieste e ICGEB pubblicato da Nature Communications
Un farmaco biologico, un anticorpo monoclonale capace di bloccare la fibrosi e proteggere il muscolo cardiaco dopo un infarto del miocardio. E' il frutto di una ricerca guidata da Serena Zacchigna, docente di Biologia Molecolare all'Università degli Studi di Trieste e responsabile del laboratorio di Biologia Cardiovascolare dell'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, e che rappresenta un punto di svolta nel settore delle terapie innovative in ambito cardiovascolare. La ricerca, cui ha collaborato l'Università di Zagabria (Croazia), è stata pubblicata da Nature Communications precisando che lo studio ha dimostrato che l'anticorpo ha un effetto benefico attraverso un doppio meccanismo: riduce la deposizione di tessuto fibroso che limita la funzione di pompa del cuore e promuove la sopravvivenza delle cellule muscolari cardiache.
L’approvazione Europea è supportata dai risultati dello studio clinico di Fase 3 SELECT GCA che ha dimostrato che i pazienti trattati con upadacitinib hanno raggiunto l’endpoint primario della remissione sostenuta e importanti endpoint secondari
Talquetamab è la prima immunoterapia per il trattamento del mieloma multiplo che abbia come target il GPRC5D (G-protein coupled receptor family C group 5 member D)
Con uso tempestivo +50-70% di sopravvivenza ad arresto cardiaco
L'ospedale Santa Croce di Fano ha effettuato con successo l'impianto di un dispositivo per l'infusione sottocutanea continua di Levodopa in due pazienti affetti dalla patologia
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
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