Cemiplimab è uno dei due inibitori di PD-(L)1 a dimostrare risultati positivi di Fase 3 nel trattamento di prima linea del NSCLC avanzato, indipendentemente dall'istologia, sia come monoterapia che in combinazione alla chemioterapia
Presentati durante una sessione late breaking del Congresso Virtuale della Società Europea di Oncologia Medica 2021 (ESMO) i risultati positivi dello studio di Fase 3 di cemiplimab in combinazione con la chemioterapia per il trattamento del NSCLC avanzato.
Lo studio, che ha raggiunto il suo endpoint primario di sopravvivenza globale (OS) e tutti gli endpoint secondari chiave, ha valutato l'uso sperimentale dell'inibitore di PD-1 cemiplimab in combinazione con chemioterapia a base di platino (a scelta del medico) in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) localmente avanzato o metastatico, indipendentemente dall'istologia e per tutti i livelli di espressione di PD-L1, rispetto all’utilizzo della sola chemioterapia.
Questi risultati sono stati ottenuti in pazienti con varie caratteristiche al basale e costituiranno la base per la presentazione delle domande di autorizzazione negli Stati Uniti e nell'Unione Europea (UE). "Cemiplimab in combinazione con la chemioterapia aumenta in modo significativo la sopravvivenza globale mediana (da 13 a 22 mesi) e quella libera da progressione (da 5 a 8 mesi) nei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato, rispetto alla sola chemioterapia", ha affermato il Prof. Andrea Ardizzoni, Direttore UOC Oncologia Medica del IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna. "Lo studio EMPOWER-Lung 3 ha arruolato il 43% di pazienti con istologia squamosa e l’84% dei pazienti con un Performance status di 1. Analisi esploratorie hanno dimostrato un beneficio in sopravvivenza sia nei pazienti con istologia squamosa che non squamosa, così come nei pazienti con condizioni generali compromesse (ECOG PS 1). Un’ulteriore analisi esplorativa, ha rilevato che la combinazione cemiplimab e chemioterapia contribuisce a ritardare il deterioramento della qualità della vita riferita dal paziente e del dolore. Questi dati rappresentano un ulteriore contributo alla definizione della strategia terapeutica ottimale del tumore al polmone non a piccole cellule avanzato e aggiungono importanti prove a sostegno di cemiplimab come nuova e valida opzione di trattamento di prima linea per questo tipo di pazienti".
Nella popolazione complessiva, i pazienti trattati con cemiplimab in combinazione alla chemioterapia (n=312) hanno riscontrato miglioramenti significativi rispetto a quelli che hanno ricevuto la sola chemioterapia (n=154), tra cui un/a:
Sono stati osservati anche riscontri favorevoli riferiti dai pazienti. In particolare, l’associazione di cemiplimab alla chemioterapia ha ritardato l’aumento del dolore (HR: 0,39; 95% CI: da 0,26 a 0,60; p<0,0001 nominale) e ha mostrato una tendenza a ritardare il deterioramento dello stato di salute globale/qualità della vita (HR: 0,78; 95% CI: da 0,51 a 1,19; p=0,248 nominale), rispetto alla chemioterapia. L’utilizzo di cemiplimab in combinazione con la chemioterapia ha anche migliorato i sintomi del dolore, rispetto alla chemioterapia (-4,98 differenza nei cambiamenti rispetto al basale tra i gruppi di trattamento; 95% CI: da -8,36 a -1,60; p=0,004 nominale).
Non sono stati identificati nuovi segnali di sicurezza per cemiplimab. La durata mediana dell'esposizione è stata di 38 settimane per la combinazione di cemiplimab e chemioterapia (n=312) e di 21 settimane per la chemioterapia (n=153). Gli eventi avversi (AE) di qualsiasi grado si sono verificati nel 96% dei pazienti che hanno ricevuto la combinazione di cemiplimab e chemioterapia e nel 94% dei pazienti che hanno ricevuto la sola chemioterapia, con il 19% e lo 0% che erano immunomediati, rispettivamente. Per il gruppo di pazienti che ha ricevuto la combinazione di cemiplimab e chemioterapia e il gruppo che ha ricevuto la sola chemioterapia, gli AE più comuni sono stati anemia (44%, 40%), alopecia (37%, 43%) e nausea (25%, 16%); gli AE di grado ≥3 verificatisi in ≥5% dei pazienti sono stati anemia (10%, 7%) e neutropenia (entrambi 6%). L'interruzione del trattamento a causa degli AEs si è verificata nel 5% dei pazienti che hanno ricevuto la combinazione di cemiplimab e chemioterapia e nel 3% di quelli che hanno ricevuto la sola chemioterapia.
Il tumore ai polmoni è la principale causa di morte per cancro in tutto il mondo. Nel 2020, si stima che 2,2 milioni e 225.000 nuovi casi siano stati diagnosticati rispettivamente a livello globale e negli Stati Uniti. Circa l'84% di tutti i tumori del polmone sono NSCLC, con il 75% di questi casi diagnosticati in fasi avanzate. Mentre la monoterapia con inibitori di PD-1 ha migliorato principalmente il trattamento del NSCLC con espressione di PD-L1 ≥50%, circa il 70% di tutti i casi di NSCLC ha un'espressione di PD-L1<50%, il che lo rende il setting di trattamento più comune.
"Questo studio di fase 3 è stato interrotto in anticipo perché cemiplimab ha migliorato significativamente la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia, una pietra miliare raggiunta anche dal nostro studio di Fase 3 di cemiplimab in monoterapia come trattamento di prima linea del carcinoma polmonare non a piccole cellule avanzato con elevata espressione di PD-L1", ha detto Israel Lowy, M.D., Ph.D., Senior Vice President, Translational and Clinical Sciences, Oncology di Regeneron. "Entrambi gli studi sono stati disegnati per riflettere la pratica clinica quotidiana, consentendo l'arruolamento di pazienti con caratteristiche di malattia difficili da trattare. E questo è il secondo studio di cemiplimab a dimostrare un miglioramento significativo nei suoi endpoint primari e secondari chiave, per queste popolazioni di pazienti, rispetto alla chemioterapia"
L'uso di cemiplimab in combinazione con la chemioterapia per il NSCLC avanzato è sperimentale e il suo profilo di sicurezza ed efficacia non è ancora stato completamente valutato da nessuna autorità di regolatoria.
Informazioni sullo studio di fase 3
Lo studio randomizzato e multicentrico di fase 3, chiamato EMPOWER-Lung 3, ha valutato il trattamento in prima linea con cemiplimab combinato alla chemioterapia standard a base di platino, rispetto alla sola somministrazione di una doppietta chemioterapica a base di platino. Lo studio ha randomizzato 466 pazienti con NSCLC localmente avanzato o metastatico, con istologia squamosa o non squamosa indipendentemente dai livelli di espressione di PD-L1 e senza aberrazioni ALK, EGFR e ROS1.
I pazienti sono stati randomizzati 2:1 a ricevere cemiplimab (n=312) o placebo (n=154)somministrato per via endovenosa ogni 3 settimane per 108 settimane, più la chemioterapia a base di platino somministrata ogni 3 settimane per 4 cicli. L'endpoint primario era OS, e gli endpoint secondari chiave erano la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e il tasso di risposta obiettivo (ORR). La probabilità di sopravvivenza e la PFS a 12 mesi sono state calcolate secondo le stime di Kaplan-Meier.
In particolare, i pazienti nello studio avevano una varietà di caratteristiche di base comunemente considerate difficili da trattare. Tra gli arruolati, il 43% aveva tumori con istologia squamosa, il 67% aveva tumori con espressione di PD-L1 <50% , il 15% aveva una malattia localmente avanzata inoperabile non candidabile alla chemioradioterapia definitiva, e il 7% aveva metastasi cerebrali pretrattate e clinicamente stabili. Inoltre, l'84% dei pazienti aveva un performance status ECOG pari a 1. Il performance status ECOG valuta la capacità del paziente di condurre le attività della vita quotidiana e la prognosi su una scala di gravità crescente che va da 0 (nessun sintomo) a 5 (morte).
Cemiplimab
Cemiplimab è un anticorpo monoclonale completamente umano indirizzato al recettore del checkpoint immunitario PD-1 sulle cellule T. Legandosi a PD-1, cemiplimab ha dimostrato di impedire alle cellule tumorali l’uso del pathway di PD-1 per sopprimere l'attivazione delle cellule T. Il vasto programma clinico di cemiplimab si concentra sui tumori difficili da trattare. Cemiplimab è attualmente studiato nel cancro della cervice avanzato, così come in studi che combinano cemiplimab con approcci terapeutici convenzionali o innovativi per tumori solidi e tumori del sangue. Questi suoi potenziali utilizzi terapeutici sono sperimentali e il loro profilo di sicurezza ed efficacia non è ancora stato valutato da nessuna autorità regolatoria. Cemiplimab è sviluppato congiuntamente da Regeneron e Sanofi nell'ambito di un accordo di collaborazione globale.
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