Il 38% dei pazienti che hanno ricevuto la duplice terapia immuno-oncologica, costituita da nivolumab più ipilimumab, in associazione con 2 cicli di chemioterapia, era vivo a due anni rispetto al 26% di quelli trattati con la sola chemio
Nei pazienti colpiti dalla forma più comune di tumore del polmone, quella non a piccole cellule, l'immunoterapia associata a cicli limitati di chemioterapia, cioè due invece dei "classici" quattro, riduce del 28% il rischio di morte e del 33% il rischio di progressione della malattia. Non solo, il 38% dei pazienti che hanno ricevuto la duplice terapia immuno-oncologica, costituita da nivolumab più ipilimumab, in associazione con 2 cicli di chemioterapia, era vivo a due anni rispetto al 26% di quelli trattati con la sola chemio. Sono i dati principali dello studio di fase 3 CheckMate -9LA, presentato oggi al Congresso della Società Americana di Oncologia Clinica (ASCO), in corso fino all'8/6 in forma virtuale.
"Nel 2020 in Italia sono state stimate quasi 41.
L'ulteriore vantaggio di questo schema terapeutico è rappresentato dall'utilizzo di cicli limitati di chemioterapia, che permette di ridurre gli effetti collaterali". Si tratta, sottolinea l'esperto, di un "grande beneficio per i pazienti, anche da un punto di vista psicologico, perché la chemioterapia fa ancora paura. Il paziente, in meno di un mese, termina la chemioterapia e prosegue il trattamento con l'immunoterapia".
L'ospedale Santa Croce di Fano ha effettuato con successo l'impianto di un dispositivo per l'infusione sottocutanea continua di Levodopa in due pazienti affetti dalla patologia
I risultati di uno studio della Fondazione Tettamanti e dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII sono stati pubblicati sul “Blood Cancer Journal”
A rischio il settore dei farmaci generici-equivalenti e biosimilari
Si tratta di medicinali orfani per malattie rare (1), nuove molecole chimiche (1), farmaci generici (3) ed estensioni delle indicazioni terapeutiche (5)
Via libera da Aifa, riduce i sintomi intestinali senza l'uso di steroidi
Lo studio sperimentale di fase III è stata la più ampia sperimentazione sulla fibrosi polmonare idiopatica (IPF) ad oggi mai condotta, in corso presso circa 400 centri e in oltre 30 Paesi
Lo rivela la prima analisi globale sull'argomento pubblicata sulla rivista The Lancet e condotta dal Global Research on Antimicrobial Resistance (Gram) Project
La dose giornaliera del farmaco contro il diabete ha preservato la cognizione e ritardato il declino di alcuni tessuti
Commenti