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E' in un gene l'origine del rabdoide maligno

Malattie Rare Redazione DottNet | 11/03/2021 13:56

Individuato due farmaci che potrebbero in futuro tradursi in una speranza di nuovi trattamenti per questa aggressiva malattia

E' nella mutazione di un gene coinvolto nello sviluppo delle cellule della cresta neurale l'origine di un raro tumore infantile, chiamato rabdoide maligno. A pubblicare la scoperta, sulla rivista Nature Communications, sono stati i ricercatori del Wellcome Sanger Institute, del Princess Máxima Center for Pediatric Oncology nei Paesi Bassi, che hanno anche individuato due farmaci che potrebbero in futuro tradursi in una speranza di nuovi trattamenti per questa aggressiva malattia. Il tumore rabdoide maligno è un raro sarcoma dei tessuti molli che colpisce prevalentemente i neonati e con prognosi spesso infausta.

Di solito si forma nei reni e nel cervello e la sua estrema rarità rende gli studi clinici molto difficili, tanto che finora non era nota l'origine e non esiste un trattamento efficace.

Per studiarlo, a partire da due casi di malattia, i ricercatori hanno sequenziato l'intero genoma e condotto analisi filogenetiche delle mutazioni avvenute nel tessuto malato e in quello sano, al fine di ricostruirne la sequenza temporale. Le analisi hanno confermato che questo sarcoma si sviluppa da un tipo di cellula che si trova nella cresta neurale e che l'origine è in una mutazione nel gene SMARCB1. Questa mutazione blocca il normale sviluppo di queste cellule, che vanno poi a formare il tumore.

I ricercatori hanno quindi inserito il gene intatto negli organoidi derivati dal paziente (tumori artificiali cresciuti in laboratorio) e identificato due farmaci esistenti che permettono di superare il blocco di maturazione e che potrebbero quindi essere usati come trattamento. I risultati di questa ricerca collaborativa, sottolinea Sam Behjati, del Wellcome Sanger Institute, sono anche "frutto di strumenti all'avanguardia, dalla tecnologia degli organoidi al sequenziamento dell'mRNA a cellula singola, ai database di screening dei farmaci. Spero che questo studio serva come modello per scoprire l'origine di altri tumori infantili e porti a risultati migliori per i bambini affetti da queste terribili malattie".

fonte: Nature Communications

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