E negli obesi il virus aumenta il rischio di complicanze e di morte
L'obesità aumenta il rischio di complicanze nel caso di infezione da Sars-Cov-2 e, allo stesso tempo, per chi ha problemi di peso "la pandemia di Covid-19 può peggiorare la situazione" specialmente nell'eventualità di un lockdown, ovvero una situazione "in cui una limitazione dei movimenti potrebbe portare le persone ad avere difficoltà di accesso a cibi salutari, a eccedere nelle porzioni, a non riuscire a fare sufficiente attività fisica e ad avere difficoltà ad accedere ai servizi per la cura". A mettere in guardia è l'Istituto Superiore di Sanità (Iss), in un approfondimento pubblicato sul portale. Secondo i dati dell'Oms, il numero di persone obese nel mondo è triplicato a partire dal 1975. Nel 2016, oltre 1,9 miliardi di adulti erano in sovrappeso e di questi, oltre 650 milioni erano obesi.
E il problema riguarda anche i più giovani. "Sono molti - scrive Angela Spinelli, direttore del Centro Nazionale per la Prevenzione delle malattie e la Promozione della Salute dell'Iss - gli studi che hanno evidenziato come la presenza di obesità, specie nei giovani adulti, aumenta il rischio di complicanze e morte in persone affette da Covid-19. L'obesità è di per sé associata, infatti, - conclude - a diversi problemi di salute che possono aumentare in questo pericolo: disfunzioni respiratorie, livelli alti di infiammazione, alterata risposta immune a infezioni virali, presenza di altre patologie associate". Il 22 ottobre l'Ufficio regionale europeo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha convocato una riunione virtuale di esperti e rappresentati di vari Paesi, tra cui l'Italia, per discutere sul ruolo dell'obesità in pazienti con Covid-19, proponendo la creazione di una piattaforma dove i Paesi membri possano condividere le proprie esperienze e i dati in materia.
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