Canali Minisiti ECM

Ecco perché Covid resta così a lungo nell'organismo

Infettivologia Redazione DottNet | 22/10/2020 21:08

Le tracce della sua presenza possono persistere per diverse settimane e perfino mesi, in base alle caratteristiche del singolo individuo e alla severità dell'infezione

Delude i tifosi ma non stupisce i virologi, il caso di Cristiano Ronaldo ancora positivo al tampone a più di una settimana dalla scoperta dell'infezione.   Diversi studi scientifici dimostrano infatti che il virus SarsCoV2 alberga comodamente nell'organismo umano e le tracce della sua presenza possono persistere per diverse settimane e perfino mesi, in base alle caratteristiche del singolo individuo e alla severità dell'infezione. L'assenza di sintomi, riscontrata in CR7, non implica necessariamente una negativizzazione più rapida, come del resto ha già dimostrato l'altro caso illustre della Juventus, l'argentino Paulo Dybala, che è uscito dal tunnel dei tamponi dopo 40 giorni di attesa.

Per quanto riguarda i pazienti sintomatici, dati interessanti arrivano da uno studio italiano, pubblicato sulla rivista Bmj Open dall'Azienda Unità Sanitaria Locale - Irccs di Reggio Emilia. La ricerca, condotta su oltre mille pazienti positivi sintomatici, ha dimostrato che in sei casi su dieci il virus viene eliminato dall'organismo entro 30 giorni dal primo test e all'incirca 36 giorni dall'insorgenza dei sintomi.

  Capitolo a parte per i pazienti più giovani, che possono sperimentare una convivenza altalenante col virus, come evidenziato da due studi pubblicati su Journal of Infection dal Centro Multiservizi di Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza 'Villa Santa Maria', in provincia di Como. I dati raccolti indicano che i bambini e i ragazzi contagiati, sintomatici e non, possono risultare positivi al tampone per periodi che arrivano a sfiorare i tre mesi. In questo arco di tempo la carica virale può variare in maniera significativa, tornando a salire tra un tampone e l'altro fino a dare esito positivo anche in pazienti che in precedenza si erano negativizzati. Durante la prima ondata pandemica, simili casi anomali di positività prolungata (anche negli adulti) erano stati erroneamente scambiati per reinfezioni, mentre oggi la distinzione inizia a diventare più chiara.

Sono diversi i casi di reinfezione accertata dovuti alla breve durata dell'immunità conferita dagli anticorpi (circa tre mesi): l'esempio più recente è quello del ciclista colombiano Fernando Gaviria, risultato positivo durante il Giro d'Italia dopo aver già contratto il Covid a marzo.  Infine bisogna ricordare che un tampone positivo non indica necessariamente che il virus sia ancora attivo nell'organismo, perché segnala soltanto la presenza del suo materiale genetico in circolo e quindi non una contagiosità certa. La questione ha animato a lungo il dibattito scientifico sulla durata della quarantena, che in Italia ha portato il ministero della Salute a indicare come criterio generale che le persone che continuano a risultare positive, se asintomatiche da almeno una settimana, possono interrompere l'isolamento dopo 21 giorni dalla comparsa dei sintomi.

Commenti

I Correlati

La SIN ribadisce le misure fondamentali di protezione per i neonati da virus e batteri per una crescita in salute e al riparo da rischi di infezioni

Di Rosa, Presidente della Società Italiana d’Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SItI) sottolinea la necessità di attuare investimenti strutturali e il rafforzamento dei Sistemi sanitari

Gli esperti: Lotta a virus troppo lenta, rendere più accessibili strumenti prevenzione

Aodi: “Le linee guida dell’OMS sono essenziali, ma da sole non bastano, e soprattutto servono finalmente fatti e non certo parole da parte della stessa Organizzazione Mondiale della Sanità"

Ti potrebbero interessare

Commissario straordinario, armonizzare azioni nei territori

Le indicazioni per la prossima campagna ricalcheranno quelle dello scorso autunno, quindi l'anti-Covid sarà "raccomandato" a persone di età pari o superiore a 60 anni. Dalla Florida sconsigliano i vaccini mRna

Lo rivela una ricerca sul New England Journal of Medicine

Nello spot di Italia Longeva il rapporto speciale tra nonno e nipote per sensibilizzare sulla importanza della prevenzione vaccinale per difendersi dalle malattie più temibili nella terza età

Ultime News

Più letti