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Troppo fruttosio può causare il fegato grasso

Medicina Interna Redazione DottNet | 26/08/2020 13:41

Lo rivela uno studio condotto dalla Scuola di Medicina dell'Università della California che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Metabolism

Un consumo eccessivo di fruttosio può provocare la Nafld, la steatosi epatica non alcolica (conosciuta anche come malattia del 'fegato grasso'). A dirlo è uno studio condotto dalla Scuola di Medicina dell'Università della California che è stato pubblicato sulla rivista scientifica Nature Metabolism.    Secondo quanto appurato, il fruttosio influisce negativamente sul fegato solo dopo aver raggiunto l'intestino, dove lo zucchero disturba la barriera epiteliale che protegge gli organi interni dalle tossine batteriche.

"La capacità del fruttosio, che è abbondante nei fichi secchi e nei datteri, di indurre il fegato grasso, era nota agli antichi Egizi, che nutrivano anatre e oche con frutta secca per realizzare la loro versione del 'foie gras'», commenta Michael Karin, ricercatore che ha condotto l'analisi, che spiega come l'aumento del consumo di bibite contenenti un alto contenuto di fruttosio corrisponde alla "crescita esplosiva nell'incidenza" della sindrome del fegato grasso.

Per i ricercatori è stato interessante notare come l'assunzione di fruttosio, quando è stata ridotta al di sotto di una certa soglia, non ha causato effetti negativi, suggerendo che solo il consumo eccessivo e a lungo termine di fruttosio rappresenti un rischio per la salute.  Un moderato apporto di fruttosio attraverso il normale consumo di frutta è, invece, ben tollerato.

Il fruttosio viene scomposto nel tratto digestivo da un enzima chiamato fruttochinasi, prodotto sia dal fegato sia dall'intestino. In un lavoro condotto sui topi, i ricercatori hanno scoperto che l'eccessivo metabolismo del fruttosio nelle cellule intestinali riduce la produzione di proteine ;;che mantengono la barriera intestinale, uno strato di cellule epiteliali strettamente compattate, ricoperte di muco: questo impedisce ai batteri e ai microbi, come le endotossine, di fuoriuscire dall'intestino.   «Deteriorando la barriera e aumentando la sua permeabilità, il consumo eccessivo di fruttosio può provocare una condizione infiammatoria cronica chiamata 'endotossiemia', che è stata documentata sia negli animali da laboratorio sia nei pazienti pediatrici di Nafld», precisa la prima autrice dello studio Jelena Todoric. Le endotossine fuoriuscite, che raggiungono il fegato, hanno provocato un aumento della produzione di citochine infiammatorie e stimolato la conversione di fruttosio e glucosio in depositi di acidi grassi.

fonte: Nature Metabolism

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