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Pensioni, dal 2021 assegni più bassi

Previdenza Redazione DottNet | 14/06/2020 21:01

I nuovi coefficienti penalizzano chi si pensiona dal prossimo gennaio

Assegno più basso per chi andrà in pensione dal 2021, con una riduzione rispetto a quello attuale per l'abbassamento della quota contributiva. Lo ha stabilito il decreto del 1° giugno scorso relativo alla revisione triennale dei coefficienti di trasformazione di tale quota. Il taglio oscillerà tra lo 0,3 e lo 0,7%. In pratica, a 65 anni si passa ad un coefficiente di 5,22 per cento (poco più di 19 il divisore) con un calo dello 0,48%. A 71 anni il valore del parametro sale a 6,466% (condivisore intorno a1 5,5) e la variazione percentuale rispetto al 2019 è pari a -0,72%.

Per esempio un’impiegata statale va in pensione a 67 anni, con meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995 e con una quota contributiva dal 1° gennaio 1996 e un montante contributivo di 681mila euro. Il suo assegno complessivo passerà da 64.000 euro a 63.700 euro, cioè prenderà 300 euro in meno di pensione

La variazione demografica, che non era stata sufficiente a far scattare un incremento del requisito di età per la pensione di vecchiaia (rimasto a 67 anni), ha invece prodotto una variazione limitata dei parametri usati per la trasformazione in rendita del montante contributivo accumulato dai pensionandi. Di conseguenza coloroche lasceranno il lavoro a partire dal prossimo anno avranno, a parità di età, una quota contributiva della pensione leggermente inferiore a quella di chi si è ritirato quest’anno: l’impatto è minimo per chi ha il retributivo fino al 2011, più visibile per chi ricade nel “misto” o nel sistema contributivo puro.

La revisione periodica dei coefficienti di trasformazione è prevista dalla legge Dini, che nel 1995 ha istituito il sistema contributivo; a partire da questa tornata avrà cadenza biennale. L’idea di fondo è che il “gruzzolo” messo insieme con i versamenti della carriera lavorativa sia “spalmato” sugli anni che presumibilmente restano da vivere all’interessato; dunque se statisticamente la sopravvivenza aumenta, l’importo della pensione annuale si ridurrà in proporzione.

Pensioni quota 100 verso lo stop

Quota 100 pensioni va verso il suo capolinea: ormai meno di un anno e mezzo alla fine del triennio di sperimentazione. La crisi economica legata al coronavirus ha causato danni che potrebbero farsi sentire anche sulle pensioni e dunque su quota 100 il cui futuro era oggetto di discussioni già da prima della pandemia. Cosa accadrà? Quali scenari nella riforma pensioni che verrà? Si è parlato di introdurre una pensione anticipata esclusivamente basata sui contributi versati, ma la cosa crerebbe un grande danno per per chi ha lavorato in modo discontinuo. Aumentare l’età pensionabile non sembra tema di riflessione: il governo non dà segni di pensarci, i sindacati sarebbero contrari. Un'ipotesi interessante sulle pensioni è stata lanciata dal segretario federale della UIL Domenico Proietti: introdurre una flessibilità intorno ai 62 anni. Non solo. L''idea è anche di estendere il beneficio della quattordicesima alle pensioni fino a 1.500 euro mensili. Ecco comunque a seguire i dettagli sul dibattito legato a riforma pensioni e mondo post quota 100 pensioni di queste ultime settimane.

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