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Nuove prospettive di diagnosi e terapia per rarissimi sarcomi

Farmaci Redazione DottNet | 21/10/2019 14:33

I dati arrivano dal congresso della European Society of Medical Oncology (ESMO) che si è tenuto a Barcellona

Nuove possibilità diagnostiche e terapeutiche per tumori molto rari e diversificati come i sarcomi dei tessuti molli e anche quelli delle ossa, che possono colpire diversi distretti corporei, dai muscoli, ai vasi sanguigni o linfatici, ai nervi, ai legamenti e al tessuto adiposo. La prospettiva arriva dal congresso della European Society of Medical Oncology (ESMO) che si è tenuto a Barcellona.  Secondo una nota della Trust Rete Sarcoma Onlus, Tra gli studi presentati merita di esser richiamato 'IMMUNOSARC', studio clinico di fase II con i farmaci 'sunitinib' e 'nivolumab' in alcuni specifici sottotipi di sarcoma ultra-rari, quali l'angiosarcoma, il condrosarcoma mixoide extra-scheletrico, il sarcoma sinoviale e sopratutto il sarcoma alveolare. Circa la metà dei pazienti trattati con i farmaci risultava libera da progressione di malattia a sei mesi.

Altro studio discusso a Barcellona è stato 'TRASTS', studio di fase II in cui si dimostra che aggiungendo una terapia a base della molecola 'trabectedina' alla radioterapia nei sarcomi avanzati delle parti molli, si hanno risultati migliori rispetto alla sola radioterapia.

Anche sul fronte diagnostico c'è la promessa di avanzamenti: studi in corso mostrano la possibilità di classificare meglio i sarcomi, attraverso l'analisi del profilo molecolare del singolo paziente e quindi affinare l'uso di alcuni nuovi farmaci, come l'immunoterapia. "Questi ultimi studi, senza ricaduta pratica al momento per i pazienti, mostrano l'importanza di tener conto dell'eterogeneità dei sarcomi, per progettare studi futuri", commenta Giacomo Baldi, Oncologia Medica di Prato, verso una medicina sempre più di precisione. E ancora, uno studio francese ha rivelato l'importanza di inviare i pazienti per la chirurgia ai centri di riferimento, anche dopo una chirurgia inadeguata (marginale o intra-lesionale) per l'impatto significativo non solo nella riduzione delle recidive locali, ma nella sopravvivenza dei pazienti, prosegue Baldi.

Grande attenzione è stata infine posta alla qualità di vita e agli "outcomes" (gli esiti delle cure) dei pazienti, con la presentazione dei dati di alcuni studi in corso. "Il coinvolgimento dei pazienti negli studi clinici, la rilevanza del loro punto di vista, l'impatto dei trattamenti sulla loro qualità di vita - sottolinea Ornella Gonzato, Trust Rete Sarcoma in conclusione - sono finalmente sempre più attuali nel dialogo tra pazienti e comunità scientifica, favorendo una reciproca comprensione volta a progettare assieme nuovi studi e trattamenti per le persone con sarcoma".

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