L'European Conference on Infections in Leukaemia (Ecil) ha introdotto nelle Linee guida la profilassi con letermovir, il primo farmaco indicato per la profilassi della riattivazione dell' infezione
Per i pazienti che devono affrontare un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche (Hsct) arriva un farmaco per il miglior approccio di profilassi, in questo modo il citomegalovirus - una delle principali complicanze - può fare meno paura. A ridosso della Giornata mondiale della donazione di midollo osseo, che si celebra il 21 settembre, l' European Conference on Infections in Leukaemia (Ecil) ha introdotto nelle Linee guida la profilassi con letermovir, il primo farmaco indicato per la profilassi della riattivazione dell' infezione e della malattia da citomegalovirus (Cmv) negli adulti Cmv-positivi sottoposti ad allo-Hsct - con un elevato grado di raccomandazione.
"Nelle Linee guida europee Ecil7 e nel documento di consenso delle Società Gitmo, Sito e Amcli, letermovir viene raccomandato come miglior approccio di profilassi, dal giorno del trapianto al giorno 100. Uno studio di fase 3, inoltre, evidenzia l' impatto positivo del farmaco sulla mortalità nei pazienti che sviluppano un' infezione da Cmv clinicamente significativa", sottolinea Msd in una nota. Inoltre, un' analisi 'post-hoc' dello studio multicentrico di fase 3, condotto per valutare l' efficacia di letermovir, "ha evidenziato l' impatto positivo del farmaco sulla mortalità per tutte le cause alla 48esima settimana post-trapianto nei pazienti che sviluppano un' infezione da Cmv clinicamente significativa alla 24a settimana post trapianto", aggiunge Msd.
L' infezione da citomegalovirus "è una complicanza clinica significativa nei pazienti che affrontano un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche e sono Cmv-positivi, possibilità piuttosto frequente visto che il citomegalovirus è un virus molto comune (si stima che in Italia, come nella maggior parte degli altri Paesi europei, l' 80% della popolazione sia entrata in contatto con il virus) e sono molti gli adulti positivi. I pazienti che ricevono un trapianto allogenico di cellule staminali ematopoietiche e che hanno avuto una precedente esposizione al virus (R+) - conclude la nota di Msd - sono ad alto rischio di sviluppare una riattivazione di infezione da Cmv, in modo particolare durante i primi 100 giorni dopo il trapianto".
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