Negli estratti dei fiori della Filipendula vulgaris, un arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Rosacee, trovati alcuni componenti capaci di riprogrammare il metabolismo del mesotelioma
Ha origine in una candida rosa di campo una nuova potenziale arma contro il mesotelioma, tumore raro e molto aggressivo che colpisce principalmente i foglietti della pleura polmonare e che rappresenta una patologia occupazionale correlata all' esposizione alle fibre d' amianto. Il gruppo di ricerca dell' Istituto Nazionale Tumori Regina Elena (Ire), coordinato da Sabrina Strano e Giovanni Blandino del laboratorio di Oncogenomica ed Epigenetica, ha identificato negli estratti dei fiori della Filipendula vulgaris, un arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Rosacee, alcuni componenti capaci di riprogrammare il metabolismo del mesotelioma.
"Gli effetti antitumorali dell' estratto di fiore - illustrano i ricercatori - sono stati caratterizzati in modelli 'in vitro' e 'in vivo' di mesotelioma.
L' Italia è stato uno dei maggiori produttori europei di amianto insieme all' Urss, ed è uno dei Paesi più colpiti dalle malattie amianto-correlate. La malattia, ricordano i ricercatori, si caratterizza per la lunga latenza, l' andamento silente, la mancanza di specifici biomarcatori e la resistenza alle terapie convenzionali quali cisplatino e pemetrexed. "Gli estratti dei fiori della Filipendula vulgaris - illustrano Sabrina Strano e Giovanni Blandino - presentano dei componenti capaci di riprogrammare il metabolismo del mesotelioma e di bloccare l' attività oncogenica di Yap e Taz, due proteine da tempo studiate nei nostri laboratori, inibendo così la proliferazione, la migrazione e l' invasione di cellule del mesotelioma". L' attività antitumorale della pianta potenzia inoltre il trattamento chemioterapico con cisplatino o pemetrexed, farmaci utilizzati nel trattamento del mesotelioma.
"Questo studio - sottolinea Gennaro Ciliberto, direttore scientifico Ire - potrebbe contribuire al miglioramento del trattamento del mesotelioma. E' compito della ricerca validarne l' efficacia, poiché in un momento di forte enfasi sui nutraceutici, occorre precisare che non sempre naturale equivale ad efficace e sicuro per la nostra salute. Questa scoperta, sebbene molto promettente, necessita di ulteriori approfondimenti per una applicazione clinica; ma siamo orientati a continuare su questa linea e validare sempre di più, attraverso test scientifici rigorosi, il meccanismo di azione antitumorale di sostanze naturali".
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