I probiotici sono totalmente a carico dei pazienti e gli integratori vengono erogati in poco più della metà delle Regioni
"Fermenti lattici e integratori servono per curarci ma le Regioni che prevedono l' erogazione gratuita superano di poco la metà ed escludono i probiotici che restano totalmente a carico dei pazienti. Inaccettabile che i malati siano costretti a sborsare di tasca propria fino a oltre 8.000 euro l' anno". A lanciare il grido di allarme è l' Associazione 'Vivere senza stomaco si può Onlus', in occasione del Seminario Nutrizione e microbiota nei pazienti con tumore gastrico che, a Roma, a riunito i maggiori esperti, gastroenterologi, oncologi e nutrizionisti, per discutere di alimentazione e tumore gastrico e pazienti e familiari per testimoniare la propria esperienza di malattia. Per circa 80 mila pazienti che non hanno più lo stomaco per colpa di un tumore gastrico una migliore qualità della vita passa anche da fermenti lattici e integratori proteici, vitaminici e minerali che, in associazione alla dieta personalizzata, sono indispensabili per mantenere la salute intestinale e garantire un corretto apporto di nutrienti.
Così oltre due pazienti su tre assumono probiotici e supplementi di varia natura. Con una spesa notevole: i probiotici, per cui si spendono in media 155 euro l' anno con punte di 600, sono totalmente a carico dei pazienti e gli integratori, responsabili del resto dell' esborso con una spesa media di 22 euro al giorno per paziente, vengono erogati in poco più della metà delle Regioni, e solo per i prodotti in gara. "Dopo la chirurgia i pazienti sono lasciati a loro stessi e, nonostante ci siano accordi fra Stato e Regioni che prevedono la presenza di nutrizionisti nei centri oncologici, spesso non è così e la gestione dell' alimentazione è tutta sulle spalle dei malati", spiega Claudia Santangelo, presidente dell' associazione 'Vivere senza stomaco si può'.
"Chi non ha più lo stomaco - spiega - deve affrontare problemi considerevoli per la propria nutrizione: contaminazioni batteriche, alterazioni della flora intestinale e disturbi dell' assorbimento sono inevitabili, così i pazienti devono ricorrere a fermenti lattici e integratori: una nostra recente indagine ha dimostrato che il 72% dei pazienti utilizza probiotici, il 41% per fronteggiare i disturbi legati alle cure chemioterapiche e per i problemi intestinali dovuti alla gastrectomia, il 38% per gestire le alterazioni della flora batterica, il 28% occasionalmente in concomitanza con una terapia antibiotica" In metà dei casi, continua Santangelo, "è il gastroenterologo a prescriverli, in un quarto dei pazienti il medico di famiglia e solo il 24% li sceglie da sé o con l' aiuto del farmacista; solo nel 57% dei casi viene consigliato un prodotto specifico, agli altri viene dato il consiglio generico di assumerne. L' acquisto però è a totale carico dei malati, con una spesa media di 155 euro l' anno e punte che arrivano a 600 euro".
Non va meglio con gli integratori, importanti per fornire nutrienti che in pazienti con una gastrectomia parziale o totale non possono essere adeguatamente assorbiti e disponibili: li usa il 74%, la maggior parte tutti i giorni proprio per compensare il malassorbimento o per l' impossibilità di alimentarsi in maniera corretta. L' Associazione dei pazienti chiede attenzione alle esigenze di salute dei malati. "La nostra speranza è che probiotici e integratori vengano erogati gratuitamente in modo omogeneo e appropriato su tutto il territorio nazionale - continua Santangelo - Il nostro obiettivo, inoltre, è anche favorire diagnosi più tempestive: i numeri italiani, molto inferiori a quelli di Paesi come il Giappone, non giustificano uno screening ma è necessario fare accertamenti e una gastroscopia in caso di sintomi gastrici che non passano. Diagnosi più precoci, possibili soprattutto grazie a un maggior coinvolgimento e alla formazione dei medici di famiglia, potrebbero migliorare le possibilità di intervento e aumentare la sopravvivenza, riducendo anche il ricorso a chirurgie demolitive".
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