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Gino Gerosa è il nuovo presidente della Società di cardiochirurgia

Professione Redazione DottNet | 26/11/2018 15:02

Succede, al vertice della società scientifica, al professor Francesco Musumeci

Il professor Gino Gerosa è il nuovo presidente della Società Italiana di Chirurgia Cardiaca (Sicch). Direttore della Cardiochirurgia dell'Azienda ospedaliera universitaria di Padova, lo specialista, originario di Rovereto, succede, al vertice della società scientifica, al professor Francesco Musumeci. Tra le altre cariche per il 2019-2020, ratificate al Congresso a Roma, anche quelle del vicepresidente (Lorenzo Galletti) e del segretario scientifico (Alessandro Parolari). Gerosa vanta una lunga esperienza professionale all'estero ed è stato insignito, nel 1993, del prestigioso Alexis Carrel Award, dedicato all'omonimo premio Nobel per la Medicina

. "L'impegno della Sicch nella lotta contro le malattie cardiovascolari - garantisce - sarà totale, grazie anche all'azione a favore della ricerca portata avanti dalla sua Fondazione.

Punti chiave: prevenzione, informazione e, laddove la malattia sia conclamata, rispondere all'esigenza del paziente con nuove tecnologie per ridurre l'aggressività dell'intervento cardiochirurgico, pur garantendo risultati a medio e lungo termine". Chirurgia microinvasiva vuol dire per lo specialista "non solamente un mini-accesso, ma la possibilità di correggere malformazioni strutturali cardiache senza usare la circolazione extracorporea, senza aprire il torace e fermare il cuore. Finora il cardiochirurgo è stato abituato a intervenire con ago e filo, guardando direttamente dentro il cuore, l'obiettivo - rimarca - è utilizzare la tecnologia transcatetere con l'ausilio di macchinari all'avanguardia, come l'ecocardiografia transesofagea tridimensionale, che diventa l'occhio per lavorare all'interno del cuore".

E dal momento che "non abbiamo abbastanza cuori da trapiantare per il numero di pazienti", bisogna puntare anche allo "sviluppo del cuore artificiale totale italiano", in grado di "garantire - conclude - sia la sopravvivenza che una adeguata qualità di vita".

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