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Internisti: come assimilare il ferro

Medicina Interna Redazione DottNet | 27/10/2018 15:48

La mancanza è una spia di malattie croniche comuni

Aggiungere agli spinaci una spruzzatina di limone ed evitare di mangiare, nello stesso pasto anche latticini. Sono alcune regole per assimilare al meglio il ferro, minerale essenziale per la nostra salute, tanto quanto spesso carente. A ricordare le 5 regole d'oro per una dieta ferrea sono gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (Simi), riuniti a Roma in occasione del 119/mo Congresso Nazionale.   In un caso su due l'anemia è dovuta alla carenza nutrizionale di ferro. Assumerne alimenti che ne contengono una giusta quantità è importante, così come è importante assumerli prediligendo o evitando alcuni abbinamenti che possono ridurne l'assimilabilità di questo prezioso minerale:

1) Sì a carni rosse magre, ma anche tacchino e pollo: sono una delle principali fonti di ferro.

2) Una buona assimilazione di ferro è garantita anche dall'assunzione di pesce come salmone, merluzzo e tonno.

3) Per sfruttare al meglio la minore quantità, o la minore assimilabilità, del ferro presente in verdura, legumi e cereali, il consiglio è di assumere nello stesso pasto alimenti ricchi di vitamina C (come agrumi, pomodori, cavoli, broccoli, peperoni), vitamina A (tuorlo d'uovo, carota, zucca, fegato e olio di merluzzo) e cisteina (contenuta nella carne e nel pesce). Questo accorgimento permette un assorbimento 2 o 3 volte maggiore del minerale.

4 )Evitare di assumere a distanza ravvicinata bevande come tè, caffe e cacao, perché riducono l'assimilazione del ferro.

5) Non associare nello stesso pasto alimenti ricchi di ferro con latte e derivati, perché ne riducono l'assorbimento. 

Può essere spia di comuni malattie croniche e peggiorarne i sintomi, ma molto spesso viene sottovalutato dagli stessi medici. L'anemia da carenza di ferro interessa circa una persona su quattro e causa ogni anno la morte di oltre 800mila pazienti al mondo. Sebbene basti un esame del sangue per individuarla, viene indagata soltanto in un caso su tre. Diffuso anche tra i più piccoli, il problema aumenta con l'età ed è molto evidente negli over 65. In particolare, oltre due milioni di anziani con malattie croniche respiratorie, cardiache e intestinali presentano bassi livelli di ferro. "I medici tendono a considerare il fenomeno un disturbo 'banale', a meno che i livelli di emoglobina non arrivino a livelli allarmanti", spiega Francesco Perticone, presidente della Simi.

  "Negli ultimi anni invece - prosegue - si sta osservando che la carenza di ferro nell'anziano rappresenta non solo un fattore predittivo delle malattie croniche, ma ne aggrava anche il decorso", aumentando il rischio di mortalità e riospedalizzazione.  Di qui la decisione di intraprendere uno studio multicentrico su oltre 2mila pazienti, che quantificherà l'impatto della sideropenia in alcune delle più diffuse malattie croniche. "Oggi abbiamo a disposizione diverse strategie terapeutiche innovative per far fronte a questo problema, ma dobbiamo aumentarne la conoscenza, anche tra i medici", spiega Antonello Pietrangelo, presidente eletto della Simi, coordinatore dello studio e direttore Divisione Medicina Interna del Policlinico di Modena.  Ad esempio, osserva, "esistono farmaci iniettabili innovativi che consentono di far accrescere i livelli di ferro nel paziente in modo più rapido ed efficiente".

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