Dimagrendo si recupera la produzione dell'ormone dell'insulina
Con una dieta efficace (alla portata di molti pazienti, per arrivare a un dimagrimento in media di 10 chili) il diabete regredisce in via definitiva in quasi un caso su due e questo si deve alle cellule del pancreas che producono insulina - le beta cellule - che ricominciano a funzionare grazie alla perdita di peso. Lo rivela una ricerca pubblicata sulla rivista Cell Metabolism e condotta da Roy Taylor della Newcastle University. "I nostri dati - afferma Taylor - suggeriscono che se si interviene tempestivamente alla diagnosi con una dieta sostanziale si possono salvare le beta-cellule".
"Questo studio - afferma in un'intervista all'ANSA Francesco Purrello, presidente della Società Italiana di Diabetologia e ordinario di Medicina Interna all'Università di Catania - conferma che all'inizio della malattia, subito dopo la diagnosi, bisogna agire prontamente e in maniera efficace sugli stili di vita per cambiare la prognosi della malattia se non addirittura farla regredire del tutto".
Il diabete colpisce nel mondo qualcosa come 422 milioni di persone e nel 90% dei casi si tratta di 'diabete di tipo 2' o insulino-resistente in cui, cioè, il corpo non risponde bene all'insulina (ormone che regola la 'glicemia', ovvero la concentrazione di zucchero nel sangue). Fino alla sperimentazione clinica coordinata da Taylor in cui si è dimostrato che una dieta molto ferrea può portare la malattia in remissione (United-Kingdom-based Diabetes Remission Clinical Trial - DiRECT) il diabete è stato sempre considerato una malattia cronica che peggiora col tempo. In questo nuovo studio Taylor ha riesaminato una parte del campione di individui che aveva partecipato a DiRECT, confrontando i pazienti che perdendo peso erano andati in remissione con quelli che, pur avendo perso peso, continuavano ad avere il diabete.
Ebbene, è emerso che la differenza tra questi due gruppi di pazienti è duplice: in primis gli anni trascorsi dalla diagnosi all'intervento con la dieta (meno sono gli anni, più aumentano le chance di guarigione). Poi il fatto che solo nei pazienti che vanno in remissione si osserva un immediato e duraturo miglioramento della funzione delle beta-cellule in seguito alla perdita di peso. In particolare migliorano produzione e rilascio immediati di insulina, quella, cioè, che viene messa in circolo subito dopo l'inizio di un pasto, se non addirittura al momento in cui si vede il cibo o comunque ai primissimi atti della masticazione. Questo studio arricchisce le conoscenze sui meccanismi che possono portare alla remissione del diabete e potrebbe dunque suggerire come favorire questa remissione su una maggiore percentuale di pazienti.
"Il lavoro - afferma Purrello - ha ricadute cliniche potenzialmente enormi: il diabete è in aumento spaventoso nel mondo perché gli stili di vita stanno via via peggiorando, sia come riduzione di attività fisica, sia come abitudini alimentari che peggiorano soprattutto nelle fasce di popolazione economicamente più svantaggiate, che comprano più cibo spazzatura (più economico di cibi sani come frutta, verdura e pesce)". Non a caso, infatti, il diabete appare sempre più legato allo stato socio-culturale ed economico delle persone; in altri termini, conclude Purrello, se ti puoi permettere una sana alimentazione e l'attività fisica, sei meno a rischio di ammalarti.
fonte: ansa
Candido: "I dati degli Annali Amd rilevano che solo il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che è il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico"
Villa: "Tirzepatide non solo migliora la glicemia, ma supporta anche la perdita di peso, un fattore chiave nella gestione della malattia, rispondendo a un bisogno clinico ancora insoddisfatto"
Tre anni di trattamento con tirzepatide hanno determinato una riduzione di peso sostanziale e duratura e un rischio notevolmente inferiore di progressione verso il diabete di tipo 2
I risultati, pubblicati su The BMJ, aprono nuove prospettive per la gestione e il controllo della malattia
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone
Con il nuovo sensore FreeStyle Libre 2 Plus le persone possono visualizzare il proprio glucosio con una rapida occhiata al cellulare e prendere decisioni appropriate ora con un’accuratezza migliorata (8,2%) e indicato per l’uso dai 2 anni in su
In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
Commenti