Preoccupa il notevole aumento, dopo il calo registrato circa 10 anni fa, dei fumatori, soprattutto fra le giovani donne
Ogni anno una città come Hong Kong o Teheran 'sparisce' per colpa del fumo. Nel mondo fa sette milioni di morti, una cifra destinata a restare alta se non accelerano i progressi nella diminuzione dei fumatori. Progressi rilevati dall'Oms, che oggi celebra il 'No tobacco day'. E che in Italia non si vedono e anzi il nostro paese registra un aumento del numero di chi ha questa dipendenza. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità nel 2016 il 20% della popolazione mondiale fumava, mentre nel 2000 era il 27%. Oltre metà dei paesi membri ha ridotto il numero di fumatori in questo lasso di tempo, ma solo uno su otto riuscirà a ridurli del 30% entro il 2025 come richiesto dagli obiettivi dell'Oms.
Nel mondo oltre 24 milioni di ragazzi tra 13 e 15 anni fumano, tra cui 17 milioni di ragazzi e 7 milioni di ragazze.
L'Italia, hanno rivelato le cifre rese note dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss), vede da diversi anni una stagnazione nel numero di fumatori dopo il calo dovuto alla legge Sirchia, e anzi da due anni a questa parte il trend si è invertito, con le persone che hanno questa dipendenza in aumento. Il vizio riguarda 12,2 milioni di italiani, il 27,7% (+3,8 punti percentuali) degli uomini e il 19,2% delle donne (-1,6 punti). Tra i 14 e i 17 anni un giovane su 10 fuma abitualmente e metà è venuto comunque in contatto con il tabacco. "La prima sigaretta è alle scuole secondarie superiori - riporta l'Iss - ma alcuni iniziano a 9 o 10 anni alle elementari e oltre la metà dei fumatori abituali tra 14 e 17 anni fuma anche cannabis". Tra i 25 e i 44 anni la prevalenza più alta di fumatori si trova tra i maschi (35,7).
Mentre nella fascia d'età 45-64 anni la prevalenza più alta è tra le donne (26,2). Oltre i 65 anni troviamo le prevalenze più basse in entrambi i sessi. Si fumano in media 12,3 sigarette al giorno. "E' urgente potenziare la prevenzione tra i giovanissimi - ha sottolineato Walter Ricciardi, presidente Iss - ed educarli a corretti stili di vita per evitare dipendenze pericolose".
Broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e asma bronchiale sono in aumento e riguardano il 12% degli italiani. La Bpco arriva al 6-7%, mentre l'asma al 5-6%.
ASMA, BPCO E LE ALTRE MALATTIE RESPIRATORIE - Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e Asma Bronchiale continuano a spaventare gli Italiani. I numeri confermano un trend in aumento per entrambe, arrivando ad interessare circa il 12% della popolazione generale. Per l'esattezza, la BPCO arriva al 6-7%, mentre l'asma il 5-6%. Per un totale di oltre 6 milioni di italiani colpiti. Per quanto riguarda il rapporto tra BPCO ed età, intorno ai 50 anni i malati sono circa il 7%, intorno ai 60 la percentuale sale sino a raggiungere l’11-12%, con numeri che raggiungono il 50-55% oltre i 70. Tra le altre malattie respiratorie cronico-persistenti più frequenti, troviamo anche i disturbi respiratori del sonno, le cosiddette apnee ostruttive, che interessano circa il 4% della popolazione generale; a seguire cancro del polmone e fibrosi polmonari.
IL CONGRESSO - Appuntamento giovedì 7 e venerdì 8 giugno, a Verona, il 1° Congresso Nazionale "I device inalatori nella governance delle malattie vie aeree", presso il Centro Congressi Hotel Leopardi, presieduto e organizzato dal Prof. Roberto Dal Negro, Responsabile del Centro Nazionale Studi di Farmacoeconomia e Farmacoepidemiologia Respiratoria di Verona. Oltre 300 gli specialisti accreditati, provenienti da tutta Italia.
“Oltre alle nuove terapie per combattere le principali malattie respiratorie, il Congresso approfondirà in modo specifico le tecnologie e gli strumenti più evoluti per l’assunzione delle terapie più efficaci” spiega il Prof. Roberto Dal Negro – Essendo la terapia inalatoria il gold standard per la gestione di queste malattie, parleremo di ostruzione delle vie aeree, di farmacologia dell’ostruzione bronchiale, ma soprattutto dei sistemi più moderni e tecnologicamente più avanzati in grado di ottimizzare l’effettuazione della terapia inalatoria, di nursing specialistico, di indicatori di performance. Infatti, se è importante la conoscenza delle caratteristiche farmacologiche dei farmaci da usare, altrettanto importante (se non di più) è la conoscenza dei sistemi per l’erogazione dei farmaci, perché da questi dipende oltre il 60% dell’efficacia della terapia".
I DATI E LE CAUSE - Qualcosa sta cambiando, ma in peggio: se la BPCO ha sempre colpito la maggiormente la popolazione maschile (circa il 60% dei malati), negli ultimi anni si è registrato un progressivo incremento dei casi nelle donne (10% in più), arrivando quasi a una equità numerica tra i sessi. Non solo, se il sesto decennio di vita era considerato quello più frequentemente colpito dalla BPCO, negli ultimi anni anche il quinto decennio è interessato in maniera non trascurabile da tale affezione: sia assiste quindi al coinvolgimento di età sempre più giovani da parte della BPCO. L'asma, invece, è leggermente più presente nella popolazione femminile. Tra le cause principali della BPCO è il fumo di sigaretta il primo fattore, nel 21% dei soggetti esaminati. Inoltre, a far preoccupare gli specialisti è il notevole aumento, dopo il calo registrato circa 10 anni fa, dei fumatori, soprattutto fra le giovani donne.
A seguire, particolarmente grave risulta il ruolo degli inquinanti ambientali e lavorativi, nonchè del quotidiano traffico veicolare. Per quanto riguarda l'asma, invece, sono le allergie le prime cause, con una prevalenza di oltre il 25% nella popolazione generale. A seguire, ancora gli inquinanti, il reflusso gastro-esofageo (15%), ma anche le variazioni climatiche. I soggetti più colpiti sono i bambini: un terzo dei soggetti asmatici è under 14.
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