Emerge da una ricerca guidata dalle Università californiane di San Francisco, Berkeley e Davis
Oltre a danneggiare la funzionalità cardiovascolare e renale, il diabete di tipo 2 mette a rischio anche le ossa, aumentando la probabilità di andare incontro a fratture. Questo è dovuto al fatto che la malattia compromette il collagene delle ossa, rendendole meno flessibili e più propense a rompersi. Emerge da una ricerca guidata dalle Università californiane di San Francisco, Berkeley e Davis, pubblicata sulla rivista Journal of Bone and Mineral Research, condotta su un modello animale. Nelle ossa sane- evidenziano gli studiosi- le reti di fibre di collagene si allungano e sono flessibili in risposta allo sforzo.
Ma l'iperglicemia nel diabete porta all'accumulo dei cosiddetti prodotti finali di glicazione avanzata, che legano le fibre di collagene tra loro e ne compromettono allungamento e flessibilità. I ricercatori hanno esaminato le ossa dalla parte bassa della schiena e dall'avambraccio di modelli di ratti magri, obesi e diabetici obesi.
fonte: Journal of Bone and Mineral Research
Candido: "I dati degli Annali Amd rilevano che solo il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che è il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico"
Villa: "Tirzepatide non solo migliora la glicemia, ma supporta anche la perdita di peso, un fattore chiave nella gestione della malattia, rispondendo a un bisogno clinico ancora insoddisfatto"
Tre anni di trattamento con tirzepatide hanno determinato una riduzione di peso sostanziale e duratura e un rischio notevolmente inferiore di progressione verso il diabete di tipo 2
I risultati, pubblicati su The BMJ, aprono nuove prospettive per la gestione e il controllo della malattia
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone
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In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
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