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Sedazione e eutanasia, scarsa la conoscenza delle cure palliative

Anestesia e Rianimazione Redazione DottNet | 09/01/2018 18:16

Orsi (Società cure palliative), necessario fare chiarezza

Tuttora poca chiarezza sulla differenza tra la sedazione profonda e l'eutanasia, resta scarsa infatti la conoscenza delle cure palliative e la loro applicazione. Ne parla Luciano Orsi, anestesista rianimatore e palliativista, vicepresidente della Società Italiana di Cure Palliative: "in Italia non c'è una norma specifica sulla sedazione profonda, ma esiste una legge sulle cure palliative, la numero 38 del 2010, un testo che ci invidiano tutti gli altri Paesi europei, che sancisce che le cure palliative, entrate di fatto nei Lea, sono un diritto del cittadino". Questo significa che le procedure terapeutiche che rientrano in questa categoria, compresa la sedazione profonda, sono lecite dal punto di vista giuridico e deontologico.

"Si usano - spiega ancora Orsi - farmaci sedativi, non la morfina. La decisione finale è condivisa tra un paziente cosciente e in grado di relazionarsi, che deve dare il proprio consenso, e il gruppo di medici, infermieri e psicologi che si occupano del trattamento palliativo".

Insomma, aggiunge, "Più che una decisione, è un processo decisionale maturato insieme, passo dopo passo. Tutte le ricerche scientifiche inoltre hanno dimostrato che la sedazione palliativa profonda, a differenza dell'eutanasia, non anticipa né accelera la morte. Al massimo, può solo allungare i tempi di sopravvivenza, non certo accorciarli".    Entro il 2050 la popolazione mondiale di età superiore ai 60 anni raddoppierà e quella di 80 si prevede quadruplicherà, sottolinea, e quindi aumenterà l'esigenza di prendersi cura di tutte le persone affette da malattie croniche o inguaribili e che si avvicinano alla fase finale della loro vita

Intanto Torino ospita il primo corso di aggiornamento, valido anche per i crediti formativi, promosso da un Ordine dei Medici sul tema del fine vita. 'Eutanasia legale in Europa, aspetti clinici e normativi' è il titolo del corso, in programma il 20 gennaio nel salone dell'Ordine dei Medici della provincia di Torino. Vi prenderanno parte medici olandesi e svizzeri impegnati nella pratica dell'eutanasia e del suicidio assistito.

Fra i promotori dell'iniziativa, che lo vede sia come relatore che membro della segreteria scientifica, il medico torinese Silvio Viale, responsabile scientifico di Exit Italia. "Si può essere favorevoli, contrari o dubbiosi sull'eutanasia - dice soddisfatto per l'iniziativa - ma non si può essere ignoranti. Ecco perché è utile che i medici italiani sappiano cosa accade in Olanda e Svizzera". Fra i relatori il dottor Jerome Albert Sobel, presidente di Exit Suisse Romande, e il dottor Rob Jonquiere, Executive Director della World Federation of the Right to Die Societies.

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