Ecco perche' gli attacchi sono piu' fatali
Chi ha il diabete non avverte allo stesso modo degli altri i sintomi dell'infarto, come quello classico di un dolore acuto al petto. Li percepisce in maniera differente, più attenuata, e questo offre una possibile spiegazione del perché in chi ha questa patologia tali episodi siano più spesso fatali. Non solo: nei diabetici vengono collegati all'infarto anche altri sintomi, come quello della mancanza di respiro e dell'indigestione, correlati ad altre malattie presenti. A evidenziarlo è uno studio guidato dallo University College London, pubblicato su Bmj Open. Gli studiosi hanno preso in esame un campione di 39 persone, prevalentemente uomini tra i 40 e i 90 anni.
La maggioranza dei partecipanti alla ricerca aveva il diabete 2, solo quattro persone quello di tipo 1 e tutti hanno sperimentato un infarto e ricevuto cure in tre ospedali di Londra.
fonte: ansa
Candido: "I dati degli Annali Amd rilevano che solo il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che è il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico"
Villa: "Tirzepatide non solo migliora la glicemia, ma supporta anche la perdita di peso, un fattore chiave nella gestione della malattia, rispondendo a un bisogno clinico ancora insoddisfatto"
Tre anni di trattamento con tirzepatide hanno determinato una riduzione di peso sostanziale e duratura e un rischio notevolmente inferiore di progressione verso il diabete di tipo 2
I risultati, pubblicati su The BMJ, aprono nuove prospettive per la gestione e il controllo della malattia
Si tratta di un nuovo farmaco per conservare la funzione beta internazionale: è la ricerca Fabulinus, e quello del pediatrico fiorentino è l'unico centro italiano attivo coinvolto
Soprattutto se rossa e lavorata, analisi su 2 milioni di persone
Con il nuovo sensore FreeStyle Libre 2 Plus le persone possono visualizzare il proprio glucosio con una rapida occhiata al cellulare e prendere decisioni appropriate ora con un’accuratezza migliorata (8,2%) e indicato per l’uso dai 2 anni in su
In Italia, secondo le proiezioni Istat, se proseguisse il trend in crescita degli ultimi decenni, nel 2040 il dieci per cento della popolazione avrà il diabete
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