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Farmaci sul bersaglio giusto modellando minuscole navette

Farmaci Redazione DottNet | 08/06/2017 19:01

La forma rende più efficiente il rilascio nell'organismo

La possibilità di rilascio di un farmaco solo su un organo bersaglio, evitando il contatto con altre aree dell'organismo: è una delle scommesse attuali e future della medicina di precisione, che per trasportare il principio attivo sull'organo malato si avvale di 'nanovettori', cioè navette piccolissime la cui dimensione è dell'ordine dei nanometri (milionesimi di millimetro). Oggi si è scoperto che la loro forma geometrica e la dimensione sono fattori fondamentali per migliorare l'efficienza del trasporto del farmaco, il suo accumulo nell'organo bersaglio e anche la sua persistenza nell' organismo. Quindi per migliorare la terapia.

Questa scoperta nel campo della nanomedicina e della diagnostica per immagini è il frutto di una collaborazione tra il dipartimento di Biochimica e Farmacologia dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, il 'Centro di Interazione Bio-Nano' dell'University College di Dublino e il gruppo di Biofotonica dell'Università di Marburgo.

I risultati di questo studio, finanziato dall'Unione Europea e pubblicato sulla rivista ACSNano, mostrano che, modificazioni minime nel diametro, nella forma o addirittura nella regolarità della superficie esterna (rugosità) del nanovettore possono influenzare significativamente l'accumulo di farmaco in un organo specifico, la sua persistenza nell'organismo, l' escrezione e il rilascio. Ad esempio, è stato osservato che le nanoparticelle a forma di stella, ma non quelle a forma sferica o cilindrica, si accumulano selettivamente nei polmoni.

"Il presente studio - commenta Paolo Bigini, Responsabile dell'Unità di Nanobiologia del 'Mario Negri' e coordinatore del progetto - si è focalizzato sul comportamento di nanoparticelle d'oro di differente forma o dimensione dopo somministrazione sistemica nel topo, monitorando parametri estremamente importanti quali l'accumulo in organi filtro, il passaggio di barriere biologiche e il modo di smaltimento". "Sebbene ci sia ancora molta strada da percorrere - aggiunge Mario Salmona, Responsabile del Dipartimento di Biochimica e Farmacologia Molecolare dell'Istituto -, questo studio rappresenta un importante riferimento verso lo sviluppo di nanovettori intelligenti, in grado di raggiungere un organo bersaglio e rilasciare il farmaco di interesse".

Fonte: ansa

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